In occasione del 40° anniversario del Trattato di Pace e di Amicizia tra Argentina e Cile, ieri il Papa ha sottolineato l’importanza del dialogo come strumento per superare i conflitti. Durante il tradizionale Angelus domenicale in piazza San Pietro, il Pontefice ha ricordato come la mediazione della Santa Sede abbia evitato una guerra imminente tra i due Paesi sudamericani, dimostrando che “quando si rinuncia all’uso delle armi e si fa il dialogo, si fa un buon cammino”. Il Santo Padre ha poi allargato lo sguardo alle numerose crisi internazionali che continuano a mietere vittime, ribadendo il suo appello per un impegno concreto verso la pace.
Un anniversario simbolo
Il Trattato di Pace tra Argentina e Cile, firmato nel 1984, pose fine a una disputa territoriale che aveva portato le due nazioni sull’orlo della guerra. Francesco, argentino di nascita, ha ricordato come quella crisi fu superata grazie alla mediazione della Santa Sede e alla scelta del dialogo da parte dei leader di allora. “Questo anniversario è un richiamo potente all’importanza della diplomazia e della volontà di trovare soluzioni pacifiche ai conflitti”. Il Vescovo di Roma ha auspicato che esempi come questo possano ispirare la comunità internazionale ad affrontare le attuali crisi con lo stesso spirito di cooperazione.
Libano, Gaza e Siria
Il Papa ha espresso la sua soddisfazione per il cessate il fuoco raggiunto in Libano, sottolineando l’urgenza di garantire che venga rispettato da tutte le parti coinvolte. Ha invitato la comunità internazionale a sostenere le popolazioni colpite, sia libanesi sia israeliane, affinché possano tornare in sicurezza alle loro case con l’aiuto dell’esercito libanese e delle forze di pace delle Nazioni Unite. Rivolgendo un appello ai politici libanesi, Francesco ha esortato all’elezione immediata del Presidente della Repubblica e al ripristino delle istituzioni: “Solo così si potranno avviare le riforme necessarie e assicurare al Libano il suo ruolo di esempio di convivenza pacifica tra religioni diverse”. Il pensiero di Bergoglio è andato anche alla popolazione palestinese di Gaza, stremata da un conflitto che non accenna a trovare soluzione. Ha espresso la speranza che lo spiraglio di pace possa portare a un cessate il fuoco su tutti i fronti, ribadendo l’urgenza della liberazione degli ostaggi israeliani e dell’accesso agli aiuti umanitari. In Siria, dove la guerra si è riaccesa con nuova intensità, il Papa ha espresso dolore per le vittime e vicinanza alla Chiesa locale, invocando ancora una volta il dialogo come unica strada per porre fine alle sofferenze.
L’Ucraina e l’inverno alle porte
La martoriata Ucraina ha occupato un posto centrale nel discorso del Pontefice: “Da quasi due anni assistiamo a una tremenda sequenza di morti, feriti, violenze e distruzioni”, ha detto, descrivendo la la guerra come “un orrore che offende Dio e l’umanità”, sottolineando quindi come siano i più vulnerabili – bambini, donne, anziani – a soffrirne maggiormente. Con l’inverno imminente, la situazione dei milioni di sfollati rischia di peggiorare drammaticamente: “La concomitanza di guerra e freddo è tragica”, le parole del Santo Padre che ha nuovamente lanciato un appello alla comunità internazionale affinché si moltiplichino gli sforzi per fermare il conflitto e garantire sostegno alle popolazioni colpite: “Non possiamo permettere che l’assuefazione e l’indifferenza agli orrori della guerra prendano il sopravvento”, ha ammonito. “Se prevalgono, tutta la famiglia umana è sconfitta”.
La pace come responsabilità collettiva
Nel suo messaggio, il Papa ha ribadito che la ricerca della pace è una responsabilità di tutti, non solo dei leader politici o delle organizzazioni internazionali. Ha invitato ogni uomo e donna di buona volontà a contribuire, con gesti concreti e preghiere, alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno: “In questo tempo di Avvento, mentre attendiamo la nascita del Re della pace, diamo a queste popolazioni una speranza concreta”. Francesco ha concluso il suo intervento salutando i pellegrini presenti in Piazza San Pietro, provenienti da diverse regioni d’Italia e del mondo, inclusi gruppi da Spagna, Croazia e le associazioni giovanili italiane. Ha espresso solidarietà alle comunità in difficoltà, sottolineando che anche piccoli gesti di attenzione possono fare la differenza.