Dopo il Ministro della Difesa Guido Crosetto intervenuto sabato sul tema del conflitto in Ucraina, anche il Vicepremier Antonio Tajani ha voluto dire la sua ieri sulle minacce del Presidente russo Putin tra cui le minacce sul possibile uso del nucleare e la decisione di arruolare soldati stranieri. Intervenendo nel programma ‘In mezz’ora’ su Rai3, il titolare degli Esteri ha definitivo queste azioni come segnali di insicurezza e difficoltà, ma sottolineando nello stesso tempo l’importanza di non sottovalutare la strategia di Mosca. “Credo che Putin utilizzi quel tipo di strumento per spaventare l’avversario” ha detto Tajani, secondo il quale queste dichiarazioni rappresentano una tattica intimidatoria per mettere pressione agli avversari, ma al contempo rivelano la fragilità della posizione russa. Il leader di Forza Italia ha poi parlato di un altro elemento che suggerisce problemi nella macchina bellica russa: l’arruolamento di soldati provenienti da Corea del Nord e Yemen: “Questo vuol dire che c’è qualcosa che non va a livello di militari”. Insomma, una decisione, questa, che per Tajani mostra un indebolimento delle forze armate russe, costrette a cercare rinforzi esterni per sostenere l’offensiva.
Analizzando la strategia di Putin, il Ministro ha affermato che il Presidente russo sta cercando di guadagnare terreno prima di un possibile cessate il fuoco, che secondo le sue previsioni potrebbe arrivare nel 2025: “Cerca di riconquistare terreno perché pensa che il 2025 sarà l’anno del cessate il fuoco e quindi vuole sedersi al tavolo con un bottino più ricco possibile”.
Alta tensione da Mosca
Ma intanto la retorica bellicosa della Russia continua ad alzare il livello della tensione internazionale. Dmitry Medvedev, Vicecapo del Consiglio di sicurezza di Mosca, ha diffuso un dispaccio domenicale carico di minacce nei confronti di Europa, Stati Uniti e Ucraina, soffermandosi sul potenziale devastante del missile ipersonico Oreshnik, recentemente testato da Mosca. Medvedev ha descritto l’Oreshnik come un’arma ipersonica di nuova generazione, in grado di trasportare testate nucleari e di rendere inoperativi i sistemi di difesa attualmente disponibili: “I danni, se usato, sarebbero catastrofici”, ha detto, aggiungendo che il missile sarebbe capace di raggiungere le capitali europee in pochi minuti, qualora venisse lanciato verso Ovest. La minaccia assume contorni ancora più cupi quando Medvedev ha sottolineato che i rifugi antiatomici non offrirebbero alcuna sicurezza di fronte alla potenza distruttiva dell’Oreshnik: “L’unica speranza è che la Russia, per gentilezza, avvisi in anticipo del lancio”.
Parola alla Francia
Intanto in un’intervista alla Bbc il Ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot ha ribadito il pieno sostegno della sua nazione e degli alleati occidentali all’Ucraina nella sua lotta contro l’invasione russa. Le dichiarazioni del capo della diplomazia francese sottolineano una linea politica chiara: non ci devono essere “linee rosse” nel supporto a Kiev, incluse eventuali azioni con missili a lungo raggio sul territorio russo, purché nell’ambito della “logica dell’autodifesa. Il principio è stato stabilito e i nostri messaggi al Presidente Zelensky sono stati ben accolti”. Alla domanda sulla possibilità di un coinvolgimento diretto delle truppe francesi nel conflitto, Barrot non ha escluso alcuna opzione: “Non scartiamo nessuna possibilità”.