Dodici anni dopo essere stata ferita dai talebani per il suo impegno nell’istruzione femminile in Pakistan, Malala Yousafzai avverte sul pericolo che l’interpretazione estrema dell’Islam talebano potrebbe rappresentare per le donne. La vincitrice del Nobel per la pace è produttrice di “Bread & Roses”, un documentario di Sahra Mani sulla condizione delle donne in Afghanistan dopo la presa del potere talebana nel 2021. Il film segue tre donne: Sharifa Mowahedzada, funzionaria, Zahra Mohammadi, dentista, e Taranom Seyedi, attivista, che sfidano le oppressive leggi talebane. Yousafzai, simbolo globale per l’istruzione femminile, ha continuato a difendere i diritti delle donne. Il documentario utilizza filmati per mostrare le restrizioni, come il divieto di lavorare, apparire in pubblico senza accompagnatori maschili o studiare. Dopo il crollo del regime talebano nel 2001, il gruppo ha firmato un accordo di pace con gli USA nel 2020, prevedendo il ritiro delle truppe entro maggio 2021. Biden ha esteso la scadenza ad agosto 2021. Il ritiro, segnato da violenze, è stato criticato. Con il ritorno dei talebani, le donne sono escluse dalla vita pubblica. Sono vietate le preghiere pubbliche femminili, la recitazione del Corano in pubblico e l’istruzione oltre la sesta classe. Mani, produttrice, stava lavorando a un altro documentario quando i talebani hanno preso il potere, supportando donne con necessità urgenti. Con il supporto di Jennifer Lawrence, il materiale è diventato la base del documentario. In “Bread & Roses”, donne afghane protestano per le strade, gridando “Abbasso i terroristi!” e chiedendo il diritto all’istruzione. I loro cartelli recitano: “Lavoro, pane, istruzione!” Il documentario mostra donne che si organizzano nell’ex studio di Mohammadi, pianificando manifestazioni. Il film evidenzia anche i pericoli della resistenza, documentando la solitudine di Mowahedzada dopo la fuga dall’Afghanistan.