Un appello alla comunità internazionale affinché le violazioni dei diritti umani siano analizzate e giudicate con il massimo rigore, senza pregiudizi e al di là degli interessi geopolitici. È quanto ha fatto il Papa in un passaggio del suo nuovo libro ‘La speranza non delude mai’ con il quale affronta il dramma in corso a Gaza, suggerendo che gli eventi nella regione potrebbero rientrare nella definizione di genocidio. Il volume, che sarà pubblicato in occasione del Giubileo, include riflessioni sui conflitti globali e sulle crisi umanitarie, con un focus particolare sulla necessità di giustizia e pace. Nel testo, di cui il quotidiano ‘La Stampa’ ha anticipato alcuni estratti, il Pontefice scrive: “A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se si inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”. La menzione del genocidio, termine giuridico definito dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 1948, riflette la gravità della situazione. Il genocidio implica infatti atti specifici compiuti con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Immediata e netta la replica dell’ambasciata israeliana presso la Santa Sede, che ha definito “inaccettabili” le parole del Papa: “Il 7 ottobre c’è stato un massacro genocida”, ha ricordato la delegazione israeliana, facendo riferimento all’attacco terroristico di Hamas. Israele rivendica il proprio “diritto all’autodifesa” e ammonisce: “Qualsiasi tentativo di chiamare questa autodifesa con un altro nome significa isolare lo Stato ebraico”. Guerre disumane e poveri Ma il tema dei vari conflitti che stanno insanguinando la Terra è stato trattato dal Pontefice anche ieri nel corso del consueto Angelus domenicale da piazza San Pietro, in Vaticano, durante il quale ha rinnovato il suo appello alla pace, ricordando i conflitti che stanno devastando numerose regioni del mondo. Il Pontefice ha citato esplicitamente le situazioni critiche in Ucraina, Palestina, Israele, Libano, Myanmar e Sudan, esprimendo solidarietà verso le popolazioni colpite e denunciando le atrocità causate dalla guerra: “La guerra rende disumani, induce a tollerare crimini inaccettabili”. E quindi Bergoglio ha esortato i leader politici a mettere fine alle ostilità e ad ascoltare le richieste di pace provenienti dalle popolazioni.
Gli stessi leader politici, così come la Chiesa, i governi, le organizzazioni internazionali e ogni singola persona, sono stati chiamati tutti all’azione dal Vescovo di Roma per prendersi cura degli ultimi. L’occasione di questo nuovo appello è stata lanciata ieri dal Papa in occasione della Giornata mondiale dei poveri: “Per favore, non dimentichiamoci di loro”, la sua supplica.
Sopravvissuti agli abusi
Il Papa dopo l’Angelus ha voluto poi dedicare un pensiero anche alle vittime della strada, pregando per loro e per le loro famiglie, e invitando tutti a impegnarsi per prevenire gli incidenti. Ha poi ricordato la Giornata Mondiale della Pesca, che si celebrerà giovedì prossimo, rivolgendo una preghiera per i pescatori e le loro famiglie, sotto la protezione di Maria, Stella del Mare. Ha quindi ribadito l’importanza della supplica in vista della Giornata di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, che si terrà oggi in Italia. Ha definito ogni abuso un “tradimento di fiducia e della vita”, sottolineando che la preghiera è necessaria per “ritessere fiducia” nelle comunità.
Infine Francesco ha ricordato con gratitudine la beatificazione di tre nuovi martiri. A Scutari, in Albania, sono stati beatificati Luigi Palić, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, e Gjon Gazulli, sacerdote diocesano, vittime della persecuzione religiosa del XX secolo. A Friburgo in Brisgovia, in Germania, è stato beatificato il sacerdote Max Josef Metzger, fondatore dell’Istituto secolare di Cristo Re, perseguitato dal nazismo per il suo impegno in favore della pace: “L’esempio di questi martiri conforti tanti cristiani che nel nostro tempo sono discriminati per la fede”, ha detto il Pontefice, invitando i fedeli ad applaudire i nuovi Beati.