giovedì, 21 Novembre, 2024
Ambiente

Papa Francesco: “Non c’è più tempo, proteggere la Terra è proteggere la pace”

Alla Cop29 e in Piazza San Pietro, l’appello del Papa contro i conflitti e i ritardi sul clima: “Siamo una sola famiglia nel villaggio globale, serve unità e azione”

Papa Francesco ha lanciato un appello urgente alla Cop29, l’incontro internazionale sul clima, chiedendo di non rimandare oltre le azioni necessarie per proteggere l’ambiente. In un messaggio letto a Baku dal Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, il Papa ha dichiarato che “i dati scientifici a nostra disposizione non consentono ulteriori ritardi”. In sostanza, Francesco sottolinea che la tutela del pianeta è una delle questioni più urgenti di oggi e che questa è legata strettamente al mantenimento della pace.

Secondo il Papa, tutti dovrebbero agire “come membri di un’unica famiglia che abita lo stesso villaggio globale interconnesso”, un’immagine che sottolinea come i problemi dell’ambiente riguardino tutti e come le azioni di ciascuno abbiano un impatto su tutti. La richiesta di Papa Francesco è chiara: i cambiamenti climatici e la crisi ecologica richiedono unità e impegno collettivo.

In Piazza San Pietro, al termine dell’udienza generale, il Papa ha rivolto un nuovo appello per la pace, ricordando i conflitti attualmente in corso in varie parti del mondo. Ha espresso dolore per la sofferenza della popolazione ucraina, colpita da nuovi attacchi aerei, e ha ricordato anche altri paesi in guerra, tra cui Palestina, Israele e Myanmar. “Fratelli e sorelle, la martoriata Ucraina soffre, non dimentichiamo l’Ucraina”, ha affermato. Il riferimento alla “martoriata Ucraina” è collegato a un recente raid russo su Kyiv, la capitale ucraina, durante il quale l’esercito ha abbattuto molti droni e missili.

Non solo l’Ucraina è nei pensieri del Papa, che ha richiamato anche un recente episodio in cui civili palestinesi sono stati colpiti mentre erano per strada. “Cosa c’entrano con la guerra i bambini, le famiglie?”, ha chiesto Francesco, puntando il dito sulle sofferenze di persone innocenti, troppo spesso vittime dei conflitti.

Nel corso dell’udienza, il Papa ha rivolto anche un saluto ai pellegrini polacchi, in occasione dell’anniversario dell’indipendenza della Polonia. Ha ricordato il valore della fede per il popolo polacco, sottolineando come in momenti difficili abbiano “combattuto anche con il Rosario in mano”, un’immagine che vuole sottolineare la forza della fede in tempi di crisi come quello che viviamo.

Papa Francesco ha poi tra le altre cose toccato un altro tema estremamente attuale: l’Intelligenza Artificiale, cioè quei sistemi tecnologici che possono eseguire compiti tipici degli esseri umani. Nella sua enciclica “Dilexit nos”, Francesco ha sottolineato che nessun algoritmo, ossia una sequenza di istruzioni per i computer, può mai sostituire l’amore e il calore umano. Questa riflessione ha colpito Nunzia Caputo, una pastaia di Bari, che ha partecipato all’udienza e portato in dono al Papa delle “orecchiette” fatte nel suo laboratorio. Nunzia ha raccontato la sua storia di riscatto: ha formato un gruppo di donne, mamme e nonne, che hanno riaperto le antiche botteghe di Bari, offrendo lavoro e una nuova speranza a ragazze che vivevano situazioni difficili. Per lei, le parole del Papa confermano l’importanza del lavoro manuale, fatto con amore, che nessuna macchina potrà mai sostituire

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