Non è nato con il Coronavirus il problema della sistemazione dei “nonnetti”, non più produttivi e neanche autonomi.
Alcuni considerano il “vecchietto” un costo per la società moderna, un intralcio allo sfrenato dinamismo delle famiglie, dimenticando il ruolo di “ammortizzatore sociale”, nonché di “facilitatore” dei rapporti con la prole…
Negli anni ‘70 il compianto Domenico Modugno ha scritto una canzone in cui descrive a ricerca disperata di un posto, passando da un ospizio all’ospedale, finendo, con un cappio al collo, in fondo al mare. E poi al Verano, il cimitero monumentale dell’Urbe, dove, neanche lì, si riesce a trovare una collocazione degna: “Va a finire che non c’è posto neppure nell’aldilà…”.
Triste riflessione, questa, che fa emergere, con tutta la sua disumana brutalità, il trattamento riservato agli anziani nelle case di cura (o Rsa che dir si voglia), grazie alla disavventura dell’ormai familiare cCoronavirus; del quale non ci libereremo facilmente, così come abbiamo fatto col “vecchietto” non più utile.
E pensare che il sogno, l’ambizione di ogni persona è quella di raggiungere l’età pensionabile, la famosa fuoriuscita dal mondo produttivo, per godersi la vecchiaia senza pensieri e preoccupazioni, tra gli affetti ed i ricordi.
Da un po’ di tempo circola sui Social la lettera di “un anziano signore” – così è indicato – di 85 anni che avendo anche la possibilità economica, aveva scelto di trascorrere la sua vecchiaia in casa di riposo per non dare fastidio alle figlie ed ai nipoti. Con un pezzetto di carta, una penna e le energie residue che gli riserva il Covid-19 ha trovato la forza di scrivere quello che è molto più di un messaggio di commiato: “Fate sapere ai miei nipoti che prima del coronavirus, c’è un’altra cosa ancora più grave che uccide: l’assenza del più minimo rispetto per l’altro, l’incoscienza più totale. E noi, i vecchi, chiamati con un numeretto, quando non ci saremo più, continueremo da lassù a bussare dal cielo a quelle coscienze che ci hanno gravemente offeso, affinché si risveglino, cambino rotta, prima che venga fatto a loro ciò che è stato fatto a noi”.
Meditiamo tutti.