Il Senato ha approvato all’unanimità, con 130 voti favorevoli, una legge storica: finalmente anche le persone senza fissa dimora potranno avere accesso a un medico di famiglia e beneficiare delle prestazioni sanitarie garantite dai Livelli essenziali di assistenza. Un risultato che arriva dopo anni di impegno e che colma un vuoto di tutela che contrastava con i principi sanciti dalla Costituzione e dallo stesso Servizio sanitario nazionale. La norma, promossa in prima linea dall’Onorevole Marco Furfaro e sostenuta dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, consente alle persone senza residenza anagrafica di accedere ai servizi delle Asl, scegliendo un medico di medicina generale, un diritto fondamentale finora negato. Filippo Anelli, Presidente della FNOMCeO, ha accolto la notizia con entusiasmo, sottolineando come questo provvedimento rappresenti un “atto di civiltà” che finalmente risponde ai dettami dell’articolo 3 e dell’articolo 32 della Costituzione.
“Si tratta di una legge lungamente attesa che garantisce un’adeguata assistenza sanitaria anche alle persone senza una residenza fissa, cui finora era negata la possibilità di accedere alle liste degli assistiti delle ASL e di scegliersi un medico di famiglia”, ha dichiarato Anelli. Per molti senza fissa dimora, l’assenza di una residenza anagrafica significava non poter accedere a cure essenziali. Con questa legge, invece, viene ribadito il principio per cui l’assistenza sanitaria dev’essere garantita a tutti, senza discriminazioni.
Una conquista di civiltà
La FNOMCeO, che si è battuta sin dall’inizio a favore della misura, riconosce il lavoro trasversale e il sostegno da parte di parlamentari di diversi schieramenti. “Ringrazio tutti i parlamentari che hanno espresso un sì convinto, a partire dall’Onorevole Furfaro, primo firmatario, e dall’Onorevole Marcello Gemmato, che ha superato le difficoltà burocratiche e di finanziamento della norma. Un ringraziamento speciale ai relatori Cappellacci e Minasi”, ha aggiunto Anelli. L’impatto positivo del provvedimento non si limiterà ai benefici individuali, ma si estenderà anche alla salute pubblica. Secondo Anelli, “è nella miglior salute dell’individuo che si crea il fondamento della salute della collettività.” Avere un medico di famiglia permetterà infatti ai senza fissa dimora di ricevere cure preventive, diagnosi tempestive e trattamenti adeguati, riducendo così il rischio di epidemie e migliorando il benessere generale della popolazione.
Questo è un traguardo importante per l’Italia, che conferma così il Ssn come fattore di coesione sociale e strumento per ridurre le disuguaglianze. La speranza, secondo il presidente della FNOMCeO, è che in futuro si possa ampliare ulteriormente la portata della norma, affinché i principi di universalità, uguaglianza ed equità, che sono alla base del nostro Ssn, trovino piena realizzazione.
Verso una sanità più giusta
La nuova legge rappresenta una vittoria per i diritti civili, una misura che avvicina la sanità italiana agli ideali di equità e inclusività. “Questo provvedimento” conclude Anelli, “è frutto di un grande lavoro di squadra per garantire anche ai più fragili, a coloro che rischiano di vivere ai margini della società, il diritto fondamentale alla salute e a poter fruire del Servizio sanitario nazionale”.