Come eredità la povertà. Così per la classifica stilata dall’istituto di statistica europeo Eurostat, l’Italia si pone come il Belpaese dove si eredità la povera che colpisce il 34% delle persone, rispetto a un livello medio europeo del 20%. Oltre al primato negativo dei 2 milioni di giovani che non studiano, non lavorano, e nemmeno pensano a seguire un corso di formazione, l’Italia coglie un particolare risultato negativo, quello della caduta dell’ascensore sociale, infatti non c’è possibilità per il 34% della popolazione di cambiare il proprio stato sociale e migliorare il conto in banca. Cosi la difficile situazione finanziaria di una famiglia si ripercuote sugli eredi che non diverranno mai benestanti. A dare una mano alla povertà ereditata anche il Covid che ha determinato un ulteriore peggioramento della situazione. Nel periodo pre-pandemia a segnalare le difficoltà era il 30,7% della popolazione italiana, salita poi di 4 punti negli ultime tre anni.
Le età della indigenza
Nella poco invidiabile classifica l’Italia si piazza al terzultimo posto, condividendo il fondo con Romania e Bulgaria. L’Istituto di statistica europeo, pone l’accento sull’età della indigenza e sulla trasmissione intergenerazionale della povertà che colpisce il 20% degli adulti (tra i 25 e i 59 anni). Ossia da quando si è ragazzi fino a lambire l’età pensionabile. “Nel 2023, il 20% degli adulti di età compresa tra i 25 e i 59 anni nell’Ue”, commenta Eurostat, “che hanno riferito di avere una cattiva situazione finanziaria nella propria famiglia intorno ai 14 anni era a rischio di povertà, rispetto al 12,4% di coloro che hanno descritto come buona la situazione finanziaria della propria famiglia a tale età. Questi dati”, osserva ancora Eurostat, “mostrano che la situazione socio-economica e finanziaria durante l’adolescenza potrebbe influenzare il tenore di vita in età adulta”.
Il primato negativo
L’Italia si piazza quindi in fondo a questa non esaltante classifica. In Europa all’opposto dell’Italia, Romania e Bulgaria c’è la Danimarca, che Eurostat segnala come l’unico Paese in cui gli adulti che vivevano in famiglie finanziariamente svantaggiate non hanno subito un rischio più elevato di povertà in seguito: 8,5% per coloro che provengono da famiglie con una cattiva situazione finanziaria contro l’8,9% per coloro che hanno una buona situazione finanziaria. Le differenze tra i due gruppi erano piccole anche in Slovenia (10,9% e 10,4%) e Finlandia (10,1% e 9,2%)
Italia, Romania e Bulgaria
Dando uno sguardo in fondo classifica, invece, la Bulgaria ha segnalato le maggiori disparità nel rischio di povertà considerando la situazione finanziaria infantile della famiglia: il 48,1% di coloro che hanno segnalato una cattiva situazione finanziaria nella loro famiglia intorno ai 14 anni era a rischio di povertà, rispetto al 14,4% di coloro che hanno segnalato una buona situazione finanziaria. La Romania ha mostrato cifre allineate, rispettivamente con il 42,1% e il 14,6%. Segue come detto in terza posizione l’Italia con il 34% contro il 14,4%.