lunedì, 28 Ottobre, 2024
Società

Il Papa: “Troppi bambini massacrati, vittime innocenti. Bisogna pregare per la pace”

Il Pontefice all’Angelus: “La vita umana è sacra”. Poi alla chiusura del Sinodo: “No a una Chiesa cieca e seduta”

C’è la necessità di mettere al primo posto la vita umana, definita “sacra”. E c’è l’urgenza di porre fine ai conflitti che ogni giorno provocano vittime innocenti che continuano a cadere a causa delle violenze. In particolare i minori, che spesso pagano il prezzo più alto in tempi di guerra. Anche ieri il Papa, al termine dell’Angelus in piazza San Pietro in quel del Vaticano, ha lanciato un nuovo appello per la pace, manifestando profonda preoccupazione per l’escalation dei conflitti in Ucraina, Palestina, Israele e Libano. Bergoglio ha condiviso la sua tristezza nel vedere immagini di bambini vittime di conflitti, affermando: “Troppe le vittime innocenti: vediamo immagini di bambini massacrati. Troppi bambini”. Francesco ha poi messo in evidenza come le guerre non solo causano perdite di vite umane, ma distruggono anche infrastrutture vitali come ospedali e scuole, creando un ulteriore danno alle comunità già in difficoltà. Tutti spazi essenziali, per il Santo Padre, essenziali per il benessere e l’educazione dei bambini.

Croce Rossa e Mezzaluna Rossa

Il Pontefice ha anche menzionato l’imminente apertura di una Conferenza Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa a Ginevra, in occasione del 75° anniversario delle Convenzioni di Ginevra. “Possa tale evento risvegliare le coscienze affinché, durante i conflitti armati, siano rispettate la vita e la dignità delle persone e dei popoli”.

Francesco ha quindi espresso la sua solidarietà alla Chiesa di San Cristóbal de las Casas, in Messico, in lutto per l’assassinio del sacerdote Marcelo Pérez Pérez, definendolo “un zelante servitore del Vangelo”. Ha successivamente anche mostrato la sua vicinanza alle popolazioni delle Filippine colpite da un potente ciclone, invocando il sostegno del Signore per un popolo noto per la sua forte fede.

Dura omelia

Prima del tradizionale appuntamento delle 12 affacciato dal Palazzo Apostolico, il Vescovo di Roma si è reso protagonista di un’omelia durante la messa di conclusione del Sinodo. L’occasione per richiamare la Chiesa a una mobilitazione attiva di fronte alle sfide contemporanee e alle urgenze dell’evangelizzazione: “Dinanzi alle domande delle donne e degli uomini di oggi, alle sfide del nostro tempo, alle urgenze dell’evangelizzazione e alle tante ferite che affliggono l’umanità, non possiamo restare seduti”, le prime parole del Papa che ha poi messo in guardia contro il rischio di una Chiesa che si ritira dalla vita sociale, relegandosi ai margini della realtà: Una Chiesa seduta, che quasi senza accorgersi si ritira dalla vita e confina sé stessa ai margini della realtà, è una Chiesa che rischia di restare nella cecità e di accomodarsi nel proprio malessere”.

Francesco ha insistito sulla necessità di un cambiamento di mentalità all’interno della Chiesa: “Non abbiamo bisogno di una Chiesa seduta e rinunciataria, ma di una Chiesa che raccoglie il grido del mondo, una Chiesa che si sporca le mani per servire il Signore”. Insomma, un vero e duro monito ai membri della Chiesa a mettersi in gioco, a impegnarsi concretamente nel servizio agli altri, accogliendo le sofferenze e le speranze di chi vive situazioni difficili.

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