Coldiretti e Filiera Italia hanno espresso serie preoccupazioni in merito all’ipotesi di tagli o accorpamenti delle risorse destinate al settore agroalimentare, avvertendo che tali decisioni potrebbero mettere a rischio il futuro dell’agricoltura in Italia e nell’Unione europea. Al termine del vertice europeo di giovedì, le due organizzazioni hanno inviato una lettera ai Ministri Raffaele Fitto e Francesco Lollobrigida, sollecitando una riflessione sull’importanza del settore e mettendo in guardia contro il pericolo di una riduzione del budget Ue dedicato all’agricoltura. “La competitività del sistema produttivo europeo dipende in gran parte dall’agricoltura e dall’industria alimentare, elementi chiave per la salute, la coesione sociale e la sostenibilità ambientale”, ha dichiarato Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti. Sebbene apprezzino il riferimento alla necessità di rafforzare il settore produttivo nei documenti conclusivi del Consiglio europeo, Coldiretti e Filiera Italia sono allarmati dalle voci su possibili tagli alle risorse destinate al settore agricolo.
Luigi Scordamaglia, Amministratore delegato di Filiera Italia, ha espresso preoccupazione per un possibile approccio che rinazionalizzerebbe le risorse europee, dando ai singoli Stati membri la responsabilità di destinare i fondi alle politiche agricole. “Questo potrebbe portare a una frammentazione degli sforzi di crescita europei, con alcuni Paesi tentati di concentrare i finanziamenti su settori che garantiscano loro un vantaggio competitivo rispetto agli altri Stati membri”, ha sottolineato.
L’incertezza sul futuro della Pac
Un altro punto critico riguarda il futuro della Politica agricola comune. Secondo un’analisi condotta da Farm Europe ed Eat Europe, se il budget agricolo dell’Ue rimanesse invariato in termini nominali, il suo valore economico reale potrebbe dimezzarsi entro il 2034, riducendosi al 46% del livello del 2020. Ciò rappresenterebbe un taglio drastico, che avrebbe effetti devastanti sul settore agroalimentare europeo. Coldiretti e Filiera Italia ritengono che sia prematuro discutere del quadro finanziario pluriennale 2028-2034 prima dell’insediamento della nuova Commissione Europea, che dovrebbe coinvolgere maggiormente i settori produttivi, in particolare quello agricolo e alimentare. “È cruciale che i principali settori produttivi, come l’agricoltura, abbiano voce in capitolo nel determinare il futuro delle risorse europee”, ha concluso Prandini.
La posta in gioco
Il timore delle organizzazioni è che, senza un adeguato finanziamento, l’agricoltura europea possa perdere competitività sui mercati internazionali, mettendo a rischio la sicurezza alimentare, la sostenibilità ambientale e la salute dei cittadini. Il settore agroalimentare, pilastro fondamentale per l’economia europea, necessita di risorse stabili e sufficienti per affrontare le sfide future, dalla transizione ecologica all’adattamento ai cambiamenti climatici.