Adriano Celentano, nel suo album del 1966, con “il ragazzo della Via GLUCK”, ci avvertiva degli effetti nocivi sugli stravolgimenti degli ecosistemi sulla Terra.
Nel 1969 fu l’attivista per la pace John McConnell a proporre una giornata per onorare la Terra, inizialmente indicata e festeggiata, per la prima volta nella data del 21 marzo 1970, in coincidenza dell’entrata della primavera, poi dal Segretario delle Nazioni Unite spostata al 22 aprile.
Ma un tributo particolare va al grande cantautore italiano Adriano Celentano che, nella canzone “il ragazzo della via Gluck”, mette in luce tanti aspetti che sono una parte dei problemi che affliggono la società urbana, disumanizzata e non solo.
Ce la prendiamo coi “cambiamenti climatici”, con la natura che sta violando le sue regole.
Insomma ci piace indicare quale responsabile dei cambiamenti la natura e non l’uomo, con il continuo deturpamento del territorio, ad iniziare dal suo piccolo orticello.
Ci piace, come spesso facciamo, spostare la responsabilità dalle cause agli effetti.
Incolpiamo gli animali selvatici che abbandonano il loro habitat naturale (le foreste) e si avvicinano sempre più all’uomo (danneggiano le colture) ed alle nostre dimore (cinghiali avvistati in città).
Accusiamo il mare che, improvvisamente, con le sue onde, distrugge porti, natanti e spiagge attrezzate. Non ci viene alcun dubbio che forse l’uomo abbia invaso in modo eccessivo il litorale, così come ha fatto lungo i letti dei fiumi e torrenti. Ha voluto bonificare ad ogni costo, paludi e costruire alle pendici di montagne o, addirittura, nelle vicinanze di vulcani (in Campania, ai piedi del Vesuvio, nel comune di Torre del Greco ha sede l’Ospedale).
Gli abitanti delle città vivono in modo disumano, ce ne siamo accorti ora con il CORONAVIRUS, costretti a fermarci in po’ di più nel luogo più sicuro e rilassante, le mura domestiche. Ne abbiamo scoperto la non idoneità e ne assaporiamo i relativi disagi, i grandi, con un sofferente smart working, ed i piccini, senza vedere la luce del sole e respirare un po’ di aria pura.
Ma lo scempio l’uomo lo ha praticato anche nel sottosuolo, sfruttando a dismisura con estrazioni di carburanti liquidi, gassosi e lapidei, oltre che col prelievo scellerato di sorgenti acquifere.
Oggi che festeggiamo la Terra prima che sia troppo tardi, meditiamo, meditiamo gente!