domenica, 13 Ottobre, 2024
Attualità

Meloni: “Flussi migratori, i dati danno ragione all’Ue”

Il Premier al Med9 a Cipro

Nel corso del Vertice Med9 in quel di Paphos, a Cipro, il Primo Ministro Giorgia Meloni ha organizzato un importante quadrilaterale per affrontare la delicata questione dei rifugiati siriani presenti in Libano, Giordania e negli altri Stati della regione. All’incontro hanno partecipato il Re di Giordania Abdullah II, il Presidente cipriota Nikos Christodoulides e la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (quest’ultima ringraziata per aver introdotto un portafoglio dedicato al Mediterraneo, “una materia fondamentale soprattutto per l’Italia”).

Lo scopo di questo incontro, come riferito da Palazzo Chigi in una nota ufficiale, è stato discutere di soluzioni concrete per facilitare il ritorno volontario, sicuro e sostenibile dei rifugiati siriani nel loro Paese d’origine.

Aiuti umanitari

Nello specifico, il colloquio con Abdullah ha evidenziato l’importanza di rafforzare i già eccellenti rapporti commerciali e gli investimenti tra i due Paesi, concentrandosi al contempo sull’impegno comune a favore delle popolazioni colpite dalle tensioni in corso nella regione, in particolare i rifugiati. Uno dei temi centrali dell’incontro è stato il piano giordano per ‘Gaza humanitarian gateway’, presentato da Re Abdullah II. Questo progetto mira a risolvere i problemi logistici che rallentano la distribuzione degli aiuti umanitari, offrendo un corridoio più efficiente per garantire sostegno alle persone in difficoltà a Gaza. In linea con la collaborazione già attiva attraverso l’iniziativa italiana ‘Food for Gaza’, Meloni ha assicurato il pieno sostegno dell’Italia al nuovo progetto giordano. L’incontro ha inoltre consolidato il legame politico tra Italia e Giordania, con il Premiervche ha accolto l’invito di Re Abdullah II a recarsi in visita nel Regno di Giordania per approfondire ulteriormente la cooperazione su temi di interesse comune.

Gaza e Libano

Altre discussioni sono state su come arrivare a un cessate il fuoco a Gaza e in Libano e come assistere le persone coinvolte, mentre non è mancato il tema sui flussi migratori: “L’Ue”, ha detto Meloni, “da due anni ha cambiato approccio e i dati danno ragione: è fondamentale essere concreti, decisi, contrastare in modo sempre più incisivo l’immigrazione irregolare di massa, continuare a lavorare a questa cooperazione completamente diverse con le nazioni di origine e di transito”. Meloni ha anche annunciato che durante il G7 Difesa di Napoli sarà disposta un’iniziativa interessando anche altre nazioni per aumentare glisforzi congiunti per rafforzare le forze armate libanesi, “tema su cui l’Italia si spende da tempo”.

“Abbiamo anche discusso di competitività europea: su questo tema cruciale per il futuro dell’Europa è il momento di passare dalle parole ai fatti. Conosciamo gli obiettivi, il punto vero è come metterli a terra, quali sono le risorse e gli strumenti necessari a realizzarli”, le parole del Premier.

Giovani imprenditori

Sempre ieri Meloni ha inviato un videomessaggio i giovani imprenditori di Confindustria riuniti per il 39° convegno nazionale a Capri. L’occasione, per il Premier, per porre l’accento sul contributo essenziale che il settore privato può offrire al Piano Mattei per l’Africa. Il Presidente del Consiglio ha espresso gratitudine per la scelta di dedicare l’evento al ruolo che le imprese italiane possono svolgere in questo ambizioso progetto, definendolo “un’iniziativa strategica” non solo per il governo, ma per l’intero Paese.

Il Piano Mattei, ha ricordato Meloni, rappresenta un modello di sviluppo innovativo, basato su principi di partenariato paritario e crescita condivisa. Un progetto che punta a stabilire relazioni economiche solide e reciprocamente vantaggiose con i Paesi africani, affrontando le sfide dello sviluppo, delle risorse energetiche e della stabilità regionale. “È un piano che questo esecutivo ha lanciato, ma che deve diventare un’iniziativa strategica dell’Italia nel lungo termine, capace di travalicare i singoli governi”. L’invito rivolto al tessuto economico e produttivo italiano è stato chiaro: investire nell’Africa non solo per favorire lo sviluppo locale, ma anche per rispondere agli interessi nazionali del Paese. L’obiettivo è creare un modello di cooperazione “da pari a pari”, che coinvolga imprese italiane in settori chiave come l’energia, le infrastrutture, l’innovazione e l’industria sostenibile.

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