domenica, 22 Dicembre, 2024
Ambiente

Italia travolta dagli eventi estremi: quasi 2000 fenomeni da gennaio a settembre

Il Wwf lancia l’allarme sulla crisi climatica

Dal 1° gennaio al 15 settembre 2024 l’Italia ha registrato ben 1.899 eventi meteorologici estremi, di cui 212 tornado, 1.023 nubifragi e 664 grandinate. Dati impressionanti che emergono dal rapporto dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse idriche e che evidenziano l’urgenza di affrontare la crisi climatica in modo più deciso. In particolare, la prima metà di settembre ha visto un picco di intensità, con 52 tornado che hanno colpito per il 71% le coste tirreniche, mentre il 91% dei 157 nubifragi si è concentrato sulle regioni del Centro-Nord. In Versilia, grandinate record hanno fatto registrare chicchi di diametro tra i 7 e i 9 centimetri. Tra le regioni più colpite figura l’Emilia-Romagna, che in un anno e mezzo ha subito tre alluvioni disastrose. Eventi che non solo sottolineano la vulnerabilità del territorio italiano, ma mettono in luce un quadro sempre più preoccupante a livello globale. Il Wwf, tra i primi a sollevare la questione, critica l’informazione italiana per non affrontare con serietà e continuità il tema della crisi climatica. “Non si collegano i puntini, non si evidenziano le conseguenze già in atto, e soprattutto si ignora il ritardo nell’azione necessaria per mitigare il caos climatico”, afferma l’associazione ambientalista.

Il Wwf Italia, con Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia, sottolinea l’urgenza di una transizione verso un’economia decarbonizzata e chiede l’attuazione del Piano nazionale di Adattamento al cambiamento climatico. Midulla accusa le autorità di “aver messo in un cassetto” il piano, nonostante sia stato approvato alla fine del 2023, ignorando così l’urgenza di adattare il territorio alle nuove realtà climatiche.

Impatto umano evidente

A corroborare queste preoccupazioni ci sono i dati del Sesto rapporto di Valutazione del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici. Pubblicato nel 2021, il rapporto evidenzia come le attività umane, in particolare l’uso massiccio di combustibili fossili, abbiano portato a un aumento significativo della frequenza e dell’intensità di eventi meteorologici estremi. Alluvioni, siccità, cicloni tropicali e precipitazioni estreme sono ormai fenomeni sempre più comuni rispetto all’epoca preindustriale. Secondo l’Ipcc, con l’aumento della temperatura media globale, fenomeni meteorologici un tempo rari diventeranno più frequenti e più intensi. “Con l’aumento del riscaldamento globale, alcuni eventi poco probabili in passato diventeranno normali e c’è un rischio maggiore di eventi senza precedenti”, si legge nel rapporto. Questo scenario globale è confermato anche dai dati relativi alle perdite umane ed economiche: tra il 1970 e il 2021, gli eventi estremi hanno causato oltre 2 milioni di morti e 4.000 miliardi di euro di perdite economiche.

Il mondo in emergenza

Gli eventi estremi non riguardano solo l’Italia. Negli ultimi mesi, il mondo è stato teatro di fenomeni climatici devastanti. In Nepal, più di 200 persone hanno perso la vita a causa di inondazioni che hanno colpito la valle di Kathmandu, mentre l’uragano Helene ha devastato ampie zone del sud-est degli Stati Uniti, causando più di 200 vittime. Anche l’Europa non è stata risparmiata: il ciclone Boris ha messo in ginocchio il nord Italia e le capitali del Centro Europa, provocando oltre 20 vittime. In questo contesto, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima e il Piano Nazionale di Adattamento appaiono strumenti cruciali, ma secondo il Wwf, l’Italia non sta perseguendo con sufficiente impegno la riduzione delle emissioni e la transizione energetica. Le critiche si concentrano anche sul recente documento di bilancio, che avrebbe dovuto rappresentare un’occasione per pianificare investimenti nella transizione ecologica. Invece, il Wwf denuncia come risorse vengano sprecate in opere considerate inutili, come il Ponte sullo Stretto o il ritorno al nucleare.

L’urgenza di un cambiamento

Di fronte a una crisi climatica sempre più evidente, la sfida resta quella di unire gli sforzi a livello globale. Midulla conclude sottolineando la necessità di “investire nella prosperità” e “lavorare insieme per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni”. L’Italia e il mondo non possono più permettersi di ignorare l’evidenza: il tempo per agire è ora, prima che il cambiamento climatico porti a conseguenze ancora più drammatiche.

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