Fino alla scadenza del 28 novembre, gli enti di Servizio civile universale potranno presentare i propri progetti spaziando negli ambiti dell’agricoltura e delle realtà rurali: saranno un migliaio poi i giovani che potranno partecipare ai progetti una volta pubblicato il bando. Insomma il cosiddetto servizio civile in agricoltura è stato attivato. “Per la prima volta, – aveva detto il ministro Lollobrigida al G7 Giovani – i giovani potranno servire la Patria con un’attività di valore agricolo. Sarà un anno a spese dello Stato che vuole valorizzare questa attività. Altra cosa è la protezione del sistema agricolo, siamo la prima Nazione ad avere proibito la costruzione di produzioni in laboratorio perché il nostro modello culturale si base sulle produzioni della nostra terra”. La prima fase sperimentale riguarderà 1.000 giovani volontari, con uno stanziamento da 7 milioni di euro. Parallelamente, è stato pubblicato anche il bando per il Servizio civile ambientale, previsto dal Pnrr.
507 euro al mese
I volontari coinvolti, tutti giovani tra i 18 e i 28 anni, percepiranno un assegno di 507,3 euro al mese per 25 ore di servizio settimanale, come già avviene per gli altri progetti del Servizio civile universale. Su questo tema insiste il ministro Lollobrigida: “Dire che qualcuno viene sfruttato perché guadagna 507 euro al mese non è solo un problema degli agricoltori. Vale per Legacoop, per i comuni, per i sindacati, voi fate servizio civile, e non immagino possa essere un trattamento in violazione del diritto dei lavoratori. Considero un assurdo dire che chi lavora in agricoltura con il servizio civile sia sfruttato, e invece ad esempio chi fa servizi di tutela ambientale non lo sia”. Il progetto avrà una durata di un anno e l’orario di servizio sarà pari a 25 ore settimanali oppure con un monte ore annuo di 1.145 ore.
Cgil si oppone al sotto-salario
Non è d’accordo la Cgil: “Lo Stato deve combattere lo sfruttamento, non incentivarlo. Il lavoro agricolo deve essere riconosciuto e valorizzato, non ridotto a un’esperienza di servizio civile che rischia di abbassare ulteriormente i già fragili standard retributivi del settore”. “Lavorare significa avere una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro e, in ogni caso, sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia una vita dignitosa, così – ricordano i sindacalisti- recita l’articolo 36 della Costituzione Italiana. Non si può banalizzare il problema del ricambio generazionale con uno strumento che rischia addirittura di instillare nelle nuove generazioni l’abitudine al sotto-salario”.
Rischio sfruttamento lavorativo
“L’introduzione, da parte del Governo del servizio civile in agricoltura – continua il sindacato in una nota – fa rabbrividire: in un settore dove è presente un gravissimo sfruttamento lavorativo, la priorità dell’Esecutivo dovrebbe essere quella di controllare le aziende e combattere il caporalato”. “Ci teniamo però a ricordare al Ministro Lollobrigida – sottolineano Cgil e Flai – che il Servizio Civile Universale è una cosa seria, e che esiste una profonda differenza tra il servizio prestato presso enti o organizzazioni senza scopo di lucro, e il lavoro salariato, che invece si svolge per aziende che uno scopo di lucro ce l’hanno. E servirebbe un po’ di sobrietà anche nel linguaggio – concludono -, i richiami al servizio alla Patria e al reclutamento dei ragazzi in momento tragico come quello che attraversa il mondo, sempre più vicino al baratro di una guerra globale, sono inopportuni ed evocano momenti tragici della storia del nostro Paese”.