Sterminati i terroristi di Hamas ora Israele vuole fare lo stesso con Hezbollah. I caccia dell’Aeronautica militare hanno sganciato migliaia di bombe in Libano e i droni continuano ad attaccare edifici dove potrebbero essere nascosti razzi, armi e munizioni. “Continueremo a colpire Hezbollah” e “chi ha un razzo nel salotto non avrà più una casa”, ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. In un videomessaggio registrato da una base dell’Idf, il premier israeliano si è rivolto al popolo libanese e ha sottolineato che “la nostra guerra non è contro di voi, la nostra guerra è contro Hezbollah”.
Uccisi Qubaisi e Al-Nader
Gli attacchi hanno fatto centinaia di morti e decine di migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro case. Le autostrade sono andate in tilt per il troppo traffico. Molte auto si sono fermate per mancanza di benzina. L’Idf ha reso noto che nell’ultimo attacco è stato ucciso anche il comandante di Hezbollah a capo dell’unità missilistica, Ibrahim Qubaisi e con lui anche Hussein Mahmoud al-Nader. Nel mirino israeliano anche un’importante figura di Hezbollah, Talal Hamiyah. “La stragrande maggioranza delle vittime, se non tutte, sono persone non armate che si trovavano a casa loro”, ha dichiarato il ministro della Salute Firass Abiad. Tra le vittime anche due membri dello staff dell’agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr). Il direttore generale dell’Organizzazione, Filippo Grandi ha scritto sui sociali che i bombardamenti stanno “incessantemente mietendo centinaia di vittime civili“. L’organizzazione sciita ha risposto ai raid lanciando trenta razzi sulla Galilea occidentale mentre l’esercito israeliano ha annunciato che sta conducendo ampi attacchi in Libano.
Migliaia di persone senza casa
Ieri è stato colpito anche un ospedale. Quattro paramedici sono morti mentre lavoravano nell’ospedale di Bint Jbail. Il governo libico ha deciso di chiudere scuole e università fino alla fine della settimana. Con questi attacchi le autorità israeliane ritengono di aver dimezzato le capacità missilistiche di Hezbollah e aver ridotto a un quarto la capacità di razzi con gittata oltre i 40 chilometri. Nasser Yassin, il ministro libanese che coordina la risposta alla crisi causata dagli attacchi tra Israele e Libano, ha comunicato che sono state messe a disposizione 89 strutture, con una capacità di accoglienza di oltre 26.000 persone. Centinaia di persone hanno provato a entrare in Siria attraversando il confine. L’Iraq ha rilasciato visti gratuiti per chi fugge dal Libano. Molte compagnie aeree straniere hanno cancellato i voli verso Israele per via dei rischi nei cieli. Tra queste Wizz Air, British Airways, la compagnia aerea spagnola Iberia, Turkish Airlines e Azerbaigian Airlines. Air France ha prolungato lo stop ai voli già deciso nei giorni scorsi.
All’Onu atteso Netanyahu
Washington ha fatto sapere di essere contraria a un’invasione di terra da parte di Israele in Libano. Ieri il Presidente Biden, intervenendo all’Onu, ha detto che “èora di finalizzare l’accordo sul cessate il fuoco e portare a casa gli ostaggi” e ha ribadito che la soluzione è quella dei due stati. “Fermate questa guerra e alleviate la sofferenza di Gaza nella morsa di Hamas” è stata l’esortazione del capo della Casa Bianca, nel suo ultimo discorso alle Nazioni Unite. Sulla stessa linea numerosi altri Paesi che lavorano a una “via d’uscita” per ridurre le tensioni e evitare una guerra totale nella regione. La Cina ha parlato di attacchi indiscriminati contro i civili e la Russia di rischio di destabilizzazione dell’intero Medio Oriente. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha detto che l’Italia “è pronta a evacuare i civili dal Libano.” Anche il ministro britannico degli Esteri David Lammy ha chiesto a Tel Aviv di fermare i raid. Fuori dal coro il Presidente turco, Erdogan:”Coloro che pubblicamente stanno lavorando per un cessate il fuoco a Gaza continuano a inviare armi e munizioni a Israele”. Il Segretario generale dell’Onu ha detto “Dovremmo essere tutti allarmati dall’escalation” in Medi Oriente, dove “il Libano è sull’orlo del baratro”. “Sempre più Paesi – ha aggiunto – stanno riempiendo gli spazi delle divisioni geopolitiche, facendo quello che vogliono senza alcuna responsabilità”. Il premier israeliano Netanyahu, che ha già rinviato la partenza da Tel Aviv per due volte, forse, interverrà all’Assemblea dell’Onu e non incontrerà Biden come era previsto in un primo momento.