giovedì, 19 Settembre, 2024
Esteri

Caos in Libano: dopo i cercapersone esplodono radioline e walkie-talkie

Premier libanese: “Siamo in guerra”. Israele sposta divisioni militari verso nord

Si è aperto un nuovo fronte nella guerra tra Israele e Hamas-Hezbollah, quello delle esplosioni degli apparecchi portatili. Dopo i cercapersone, ieri è stata la volta delle radioline e dei walkie-talkie, probabilmente poi toccherà ai cellulari, agli auricolari, alle televisioni e ai navigatori delle auto. Ieri anche alcune auto e scooter sono andati in fiamme così come pannelli solari e apparecchiature per le impronte digitali. Un’ondata di esplosioni, sempre in Libano, che si sommano a quelle dei cercapersone che hanno ucciso 12 miliziani di Hezbollah e fatto oltre 4mila feriti, tra cui 500 persone che hanno perso la vista perché stavano leggendo un messaggio quando è avvenuta l’esplosione. I morti del nuovo round di attacchi sarebbero almeno tre, ma i feriti sono centinaia. Stando a quanto riferito dal New York Times il responsabile dello scoppio dei pager sarebbero i servizi di intelligence di Israele che avrebbero introdotto nei dispositivi dell’esplosivo: una piccola quantità di Tetranitrato di pentaeritrite (Petn), un materiale altamente esplosivo, posto sulle batterie dei dispositivi che li ha fatti esplodere attraverso l’aumento della temperatura delle batterie, attivato da lontano. La Bac Consulting, società ungherese chiamata in causa sulla vicenda delle esplosioni, dichiara che non ha prodotto i cercapersone ma ha svolto solo una funzione di mediazione. Cristiana Barsony-Arcidiacono, ad della società, ha confermato di aver collaborato con la società di Taiwan Gold Apollo, ma ha negato di aver prodotto i dispositivi esplosi. Anche la società taiwanese ha negato di avere alcuna responsabilità.

Proteste spontanee in Libano

Il ministero dell’Informazione libanese ha anche comunicato che contemporaneamente all’attacco agli apparecchi elettronici portatili, ci sono stati due raid aerei israeliani a Blida e Kfar Kila, al confine tra Libano e Israele. Mentre l’Idf annuncia che la 98ma divisione dell’esercito israeliano si sta spostando da Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, verso nord nell’ambito delle tensioni con Hezbollah in Libano. La divisione passerà dalla responsabilità del comando sud al comando nord. Il primo ministro libanese Najib Mikatiha affermato: “La brutalità di questo crimine non può essere espressa. Siamo in guerra, considerando ciò che vive il nostro popolo nel sud del Libano da 11 mesi”. Caos e proteste spontanee sono scoppiate in alcune città del Libano e alcuni gruppi di persone hanno attaccato un’auto dell’Unifil a Tiro anche se l’Onu ha subito condannato gli attacchi di martedì: “Quanto è accaduto è molto serio non solo per il numero delle vittime, ma perché è l’indicazione del grave rischio di una drammatica escalation in Libano, e bisogna fare tutto il possibile per evitarla”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Mentre l’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani, Volker Türk, ha assicurato che i responsabili dell’attacco con cercapersone contro i membri del movimento filo-iraniano “dovranno risponderne”. Sulla vicenda l’esercito israeliano non ha rilasciato dichiarazioni.

Iran: colpevole tutto l’Occidente

Parole pesanti anche da parte del Presidente iraniano Masoud Pezeshkian: “L’incidente ha mostrato ancora una volta che nonostante i paesi occidentali e gli americani affermino di cercare un cessate il fuoco, in pratica sostengono pienamente i crimini, le uccisioni e i barbari omicidi del regime sionista”. Pezeshkian “ha definito un simile incidente una fonte di vergogna per i paesi occidentali, soprattutto per gli americani, che non si fermeranno davanti a nulla per portare avanti i loro obiettivi disumani”. Il Segretario di stato Usa Antony Blinken ha negato che gli Stati Uniti fossero a conoscenza o coinvolti nelle esplosioni dei cercapersone in Libano. Durante la sua visita in Egitto, il capo della diplomazia Usa ha sottolineato che l’Amministrazione americana “sta ancora raccogliendo informazioni e fatti”. Ora c’è anche attesa per il discorso annunciato di Nasrallah, leader di Hezbollah.

Ucciso il pronipote del rabbino Toaff

La comunità ebraica italiana in Israele “annuncia con dolore la perdita del capitano Daniel Maimon Toaff, 23 anni, vice comandante di compagnia del corpo Ghivati, caduto in combattimento nella Striscia di Gaza”. Daniel aveva la cittadinanza italiana, come conferma l’ambasciata italiana in Israele, ed era il pronipote del rabbino Toaff. Insieme con Toaff, a Tel Al-Sultan nell’esplosione di un ordigno sono rimasti uccisi altri tre giovani sottufficiali; Agam Naim, 20 anni, Amit Bakri, 21 anni, Dotan Shimon, 21 anni. Agam Naim è la prima soldatessa ad essere uccisa nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra.

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