giovedì, 14 Novembre, 2024
Esteri

Escalation tra Hezbollah e Israele. Sinwar ringrazia Nasrallah per il sostegno

Negli Stati Uniti i pro-Palestina hanno lanciato una campagna contro Harris

Sempre alta la tensione al confine tra Israele e Libano. Hezbollah ha chiesto ai residenti dei villaggi di evacuare le loro abitazioni per timore di operazioni militari israeliane nel sud del Libano. Il leader di Hamas, Yahya Sinwar, ha inviato una lettera pubblica al capo di Hezbollah Hassan Nasrallah, esprimendo apprezzamento per il sostegno del gruppo sciita filoiraniano durante la guerra e ha assicurato che la lotta continuerà fino a quando Israele “non sarà sconfitto e spazzato via da questa terra”. Il capo di Hamas giura di continuare a combattere “il progetto sionista” insieme all’asse della resistenza guidato dall’Iran, “finché l’occupazione non sarà sconfitta e spazzata via dalla nostra terra, e non sarà stabilito il nostro Stato indipendente con piena sovranità con Gerusalemme come capitale”. Le forze di difesa israeliane hanno riferito che circa 20 razzi sono stati lanciati verso Safed, in Alta Galilea, nel nord di Israele durante la notte scorsa, facendo scattare allarmi nella città e nelle cittadine circostanti.

Scoperti 9 tunnel lungo il Filadelfia

Intanto nel centro le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno riferito di aver scoperto nove tunnel lungo il Corridoio Filadelfia tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, tutti sigillati dal lato egiziano. Secondo una prima ricostruzione dei militari la maggior parte delle attività in questi tunnel si è svolta durante la presidenza egiziana di Mohammed Morsi tra il 2012 e il 2013 e che sotto Abdel Fattah al-Sisi sono stati sigillati. L’Idf afferma inoltre che ci sono scarse possibilità che questi tunnel vengano utilizzati per il contrabbando e ritiene che la maggior parte delle armi a Gaza siano state prodotte all’interno della Striscia, utilizzando materiali introdotti di contrabbando attraverso i valichi di Rafah e Kerem Shalom. La situazione reale del Corridoio è molto importante perché è uno dei nodi che i negoziatori non sono ancora riusciti a sciogliere per un cessate il fuoco.

Ancora proteste in Israele

Sul mancato accordo continuano anche le proteste dei parenti e sostenitori degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas che hanno bloccato Namir Road, una delle principali strade di Tel Aviv. Si ritiene che 97 dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre siano ancora a Gaza, compresi i corpi di almeno 33 morti confermati dall’esercito. Hamas ha rilasciato 105 civili durante una tregua di una settimana a fine novembre e quattro ostaggi erano stati rilasciati prima. Otto ostaggi sono stati salvati vivi dalle truppe e sono stati recuperati anche i corpi di 37 ostaggi, compresi tre uccisi per errore dai militari mentre cercavano di sfuggire ai loro rapitori. Hamas detiene anche due civili israeliani entrati nella Striscia nel 2014 e nel 2015, nonché i corpi di due soldati delle Idf uccisi nel 2014.

Palestinesi Usa: “Abandon Harris”

Proteste e prese di posizione anche negli Sati Uniti dove il gruppo pro-palestinese “Abbandoniamo Biden” si impegna a garantire che Harris perda le elezioni. Il gruppo ha annunciato di aver lanciato una nuova campagna, denominata “Abandon Harris”, all’inizio di questa settimana. Il movimento, inizialmente creato per opporsi alla rielezione del Presidente Joe Biden, ha ora deciso di concentrare i suoi sforzi contro la vicepresidente Kamala Harris, con l’obiettivo dichiarato di impedirle di vincere le elezioni presidenziali del 2024. In un comunicato, il gruppo ha spiegato che la sua “missione è ora focalizzata sullo smascheramento e l’opposizione a Kamala Harris e alla sua complicità nel genocidio.” Il movimento accusa Harris e l’Amministrazione Biden di essere complici nel conflitto in corso a Gaza, definendo il partito democratico un “partito del genocidio e della pulizia etnica”.

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