giovedì, 19 Settembre, 2024
Economia

Confindustria, analisi in chiaroscuro sull’Italia: cresce il Pil, ma frenano i servizi

Il Centro studi di via dell’Astronomia: attenuazione del calo dell’industria, male l’export

Nonostante la crescita del Pil e il miglioramento delle condizioni macroeconomiche, l’Italia e l’Eurozona devono ancora affrontare diverse sfide. La pressione esercitata dall’aumento del prezzo del gas e il rallentamento di alcuni settori chiave, come i servizi e l’export, rischiano di frenare la ripresa. Ma il calo dell’inflazione e la politica monetaria espansiva della Bce offrono un’opportunità per rilanciare consumi e investimenti, garantendo stabilità economica nei mesi a venire. È lo scenario che emerge da Congiuntura Flash di settembre, l’analisi messa a punto dal Centro studi di Confindustria e pubblicata ieri.

Entrando nello specifico, la nota del Centro studi di via dell’Astronomia ha fatto presente che il Pil italiano continua a crescere, seppur con moderazione, con un incremento dello +0,2% nel secondo trimestre del 2024, dopo il +0,3% registrato nel primo.

Uno dei fattori determinanti per la finanza europea e italiana è rappresentato dalla politica monetaria. La Banca centrale europea, dopo aver tagliato i tassi di interesse a giugno (-0,25%), ha deciso un secondo taglio due giorni fa, sempre dello -0,25%, nel tentativo di ridurre ulteriormente il costo del denaro e stimolare l’economia. L’attesa ora si concentra sulla Federal Reserve, che potrebbe muoversi nella stessa direzione il 18 settembre, con un primo intervento limitato (-0,25%) e ulteriori riduzioni entro la fine dell’anno. Anche i tassi sovrani nell’Eurozona stanno scendendo: il Btp italiano è passato dal 3,92% di giugno al 3,58%, mentre il Bund tedesco è sceso al 2,22% dal 2,49%.

Inflazione in calo

Uno dei principali benefici dei recenti sviluppi economici è il rallentamento dell’inflazione nell’Eurozona. Ad agosto, è scesa al +2,2%, rispetto al +2,6% di luglio, avvicinandosi all’obiettivo della Bce. Però, al netto di energia e alimentari, il dato core si attesta ancora al +2,8%. L’Italia si distingue come il Paese con la minore inflazione: +1,1% (core al +2,1%), contro il +2,0% della Germania, il +2,2% della Francia e il +2,4% della Spagna. A pesare sulla riduzione dell’inflazione generale è però l’aumento del prezzo del gas. Dopo un aumento del +17,2% in agosto, il prezzo del gas in Europa è rimasto a 36 euro/MWh a settembre, ben al di sopra dei 27 euro/MWh di marzo. Un rincaro, questo, che potrebbe tradursi in un aumento delle bollette per famiglie e imprese, influenzando negativamente l’inflazione. Di contro, il prezzo del petrolio è sceso a 74 dollari al barile, dopo aver toccato i 90 dollari ad aprile, ma resta comunque più alto rispetto ai livelli pre-pandemia.

Servizi in frenata

Il settore dei servizi, che nel secondo trimestre aveva registrato un buon andamento con una crescita del +0,4% del valore aggiunto, ha mostrato segnali di rallentamento nel terzo trimestre. L’indice Pmi dei servizi è sceso ad agosto a 51,4 (da 51,7), indicando una crescita più tenue, mentre la fiducia delle imprese, seppur in leggero recupero, rimane debole. Nel settore industriale, invece, si osserva una lieve attenuazione del calo. Dopo due mesi di recupero, la produzione industriale è diminuita del -0,9% a luglio, ma le prospettive sono meno negative rispetto ai mesi precedenti. Il fatturato industriale ha mostrato un rimbalzo a luglio, e l’indice Pmi manifatturiero Hcob ha quasi raggiunto la soglia di stabilità con 49,4 ad agosto, segno che l’industria potrebbe recuperare terreno nei prossimi mesi.

Consumi e investimenti

I consumi delle famiglie, secondo il Centro studi di Confindustria, continuano a crescere, ma a ritmi lenti. Nel secondo trimestre la spesa è aumentata dello +0,2%, sostenuta dalla frenata dell’inflazione, dall’aumento dell’occupazione e da una moderata crescita salariale. Ma la fiducia dei consumatori è diminuita in agosto, dopo tre mesi di crescita, sollevando dubbi sulle prospettive per il resto dell’anno. Sul fronte degli investimenti, la dinamica resta positiva, con una crescita del +0,3% nel secondo trimestre. La spinta arriva soprattutto dagli investimenti in impianti e macchinari (+1,1%), trainati dal settore dei trasporti, mentre il settore delle costruzioni è rimasto stabile. Il calo degli investimenti nelle abitazioni (-1,1%) è stato compensato dall’aumento dei fabbricati non residenziali (+1,8%), sostenuti dagli incentivi del Pnrr.

Il mercato del lavoro

Il mercato del lavoro italiano, per il CsC, continua a mostrare segnali di forza, con un aumento dell’occupazione di 56mila unità a luglio e una riduzione del tasso di disoccupazione al 6,5%, il livello più basso dal 2008. Però l’espansione delle forze di lavoro si è arrestata dall’inizio del 2024, sollevando preoccupazioni su una possibile stagnazione della crescita occupazionale nei prossimi mesi. L’export italiano, invece, ha subito una battuta d’arresto nel secondo trimestre, con una contrazione del -1,8% nei beni e del -0,3% nei servizi. Il calo è stato particolarmente pronunciato verso i mercati europei (-2,1%) e extra-Ue (-0,8%), con una flessione significativa delle vendite in Germania e nei principali paesi asiatici. Le previsioni per i prossimi mesi restano incerte, a causa della debole domanda europea.

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