sabato, 21 Dicembre, 2024
Esteri

Ucraina: USA e GB pronti a togliere restrizioni su armi a lungo raggio

I rischi di un allargamento del conflitto

Rinvenuti droni di fabbricazione iraniana lanciati su Kiev. “accuse ridicole” secondo il Cremlino, che minaccia rappresaglie: “probabilmente Kiev già autorizzata a armi a lungo raggio”. Lammy e Blinken a Kiev: gli Usa pronti a togliere le restrizioni. Londra annuncia nuovo pacchetto di aiuti. Si svolge intanto la quarta “piattaforma sulla Crimea”.

Abbattuti 20 droni russi su 25.

Fabbricazione iraniana? 20 droni russi lanciati nella notte su 25 sono stati abbattuti dalle difese aeree di Kiev, mentre 5 sono stati presi sul territorio ucraino senza causare danni morti o feriti. Lanciati inoltre dai russi 5 missili: un missile balistico Iskander-M dalla regione di Krasnodar, due missili antiaerei guidati S-300 dalla regione occupata di Donetsk e sei missili antiaerei X-31P dallo spazio aereo sul Mar Nero. La difesa aerea ucraina è intervenuta nelle regioni di Kiev, Kherson, Cherkasy, Sumy, Dnipro e Poltava.

Secondo l’Aeronautica Militare ucraina, che ha reso noto l’attacco su Telegram, i 25 droni kamikaze sarebbero di fabbricazione iraniana. I 5 che non sono stati abbattuti, ma “presi”, sarebbero stati identificati come missili “Shahed”, ha affermato l’Areonautica.

Bombe russe nel Donetsk, due morti

Due persone sono morte oggi a causa di un del bombardamento delle forze russe sula città di Kostyantynivka, nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Vadym Filashkin. Le vittime sono due donne di 73 e 81 anni. Nell’attacco sono state danneggiate quattro case private, un negozio e una linea elettrica.

Mosca: 10 villaggi liberati nel Kursk

Le forze russe, riportano i vertici dell’esercito di Mosca, hanno ripreso il controllo ieri di “circa 10” insediamenti nella regione di Kursk, occupata in parte dall’esercito ucraino da agosto. Il governatore ad interim della regione del Kursk, Alexey Smirnov, ha riportato che ieri “Una bomba aerea guidata dell’Ucraina è stata abbattuta in una zona di confine della regione di Kursk” dalle difese aeree russe. La difesa aerea russa ha inoltre abbattuto quattro droni ucraini durante la notte su tre regioni del Paese: lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca, aggiungendo che due di questi sono stati distrutti sul territorio della regione di Orel, uno sul Belgorod e uno sul Kursk.

Blinken e Lammy a Kiev: “L’Iran minaccia alla sicurezza”

“La fornitura di missili balistici da parte dell’Iran a diretto supporto della guerra della Russia contro l’Ucraina è una minaccia per la sicurezza europea e globale”. Lo ha affermato il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, in visita ieri a Kiev insieme al ministro degli esteri britannico, David Lammy, per incontrare il presidente Vlodymyr Zelensky e altre autorità locali. Il viaggio a Kiev – una rara visita congiunta – invia “un forte messaggio di impegno per il successo dell’Ucraina, per la sua vittoria, per un’Ucraina che stia in piedi da sola, militarmente, economicamente e diplomaticamente”, ha dichiarato Blinken durante i colloqui a tre con la controparte ucraina. Sul tavolo dei colloqui la possibilità di maggior difesa dell’Europa grazie a un ammorbidimento delle regole sull’utilizzo delle armi in Russia, ma soprattutto i timori sulla vendita di missili iraniani a Mosca. L’Ucraina ha spinto i suoi partner ad accelerare l’assistenza e a consentire a Kiev di utilizzare armi a lungo raggio nelle profondita’ della Russia.

Cremlino: probabilmente Kiev già autorizzata

Le accuse occidentali sulla fornitura di missili balistici iraniani alla Russia, ribatte il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov,”non hanno alcun fondamento”. Le forze armate russe “dispongono di tutti i mezzi necessari per continuare l’operazione militare speciale”.

Riguardo l’eventuale autorizzazione a usare armi a lungo raggio, Mosca darà una risposta “appropriata” ad un’autorizzazione degli Usa all’Ucraina per usare i missili contro il territorio russo, ha detto Peskov. Anzi; la decisione “probabilmente è già stata presa”, e gli Usa aspettano solo di “formalizzarla” pubblicamente.

“Washington e altri Stati europei stanno entrando a far parte della guerra in Ucraina”, ha aggiunto Vyacheslav Volodin, presidente della Duma russa, la Camera bassa del Parlamento. “Tutto ciò porterà al fatto che il nostro Paese sarà costretto a rispondere usando armi più potenti e distruttive per proteggere i suoi cittadini”

Iran minaccia risposta a sanzioni occidentali

La tesi secondo cui ”la Repubblica islamica dell’Iran ha venduto missili balistici alla Federazione Russa è completamente infondata e falsa”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani dopo che Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Francia hanno annunciato nuove sanzioni all’Iran in relazione al sostegno alla Russia nella sua aggressione all’Ucraina, ha minacciato di rispondere alle sanzioni annunciate dai Paesi occidentali nei confronti di Teheran per la sua fornitura di missili a Mosca. Intanto l’Ue sta valutando un nuovo pacchetto di armamenti e aiuti per l’Ucraina.

Tutte misure che, ha detto Kanaani, rientrano nella politica ostile dell’Occidente nei confronti dell’Iran e del terrorismo economico rispetto al popolo iraniano. Kanaani ha poi ricordato che gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia e la Germania sono anche i principali fornitori di armi a Israele e quindi complici del massacro della popolazione civile della Striscia di Gaza.

Times: “Gli Usa pronti a togliere le restrizioni”

Il Times, in effetti, sostiene che gli Stati Uniti sono pronti a consentire all’Ucraina di lanciare missili a lungo raggio per colpire la Russia in profondità “entro poche settimane” eliminando le attuali restrizioni. Il quotidiano cita fonti del governo britannico all’indomani dell’incontro a Londra tra Antony Blinken e David Lammy prima di partire insieme per Kiev. Il quotidiano fa riferimento sia ai missili Atacms prodotti negli Usa che agli Storm Shadow di fabbricazione britannica. La visita di Blinken e Lammy nella capitale ucraina potrebbe in effetti, aggiunge il Times, essere l’occasione per formalizzare il via libera all’utilizzo dei sistemi d’arma di comune accordo con Londra.

Kiev: “Insensate minacce di Mosca sull’uso di missili contro la Russia”

“Le minacce del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov di una ‘risposta’ agli attacchi con armi occidentali sul territorio della Russia sono semplicemente insensate”, ha risposto su Telegram il capo del Centro per la lotta alla disinformazione presso il Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina, Andriy Kovalenko. “Ora i russi saranno costretti a spiegare alla propria popolazione perché gli obiettivi militari della Federazione Russa hanno iniziato a essere colpiti improvvisamente con successo e con grande intensità”, ha aggiunto l’alto funzionario.

Repubblicani alla Camera Usa: “Via le restrizioni all’uso delle armi in Russia”

Contemporaneamente un gruppo di repubblicani alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha inviato una lettera alla Casa Bianca per chiedere pubblicamente la revoca delle restrizioni sull’uso da parte dell’Ucraina di armi americane a lungo raggio, compresi i missili Atacms. Misura che l’Ucraina chiede quotidianamente da tempo, e che permetterebbe di attaccare territori in profondità nel territorio russo, portando la guerra, di fatto, su un’altra scala geografica, molto più pericolosa anche per l’Europa occidentale. “È ormai tempo che l’amministrazione inverta la rotta e rimuova le restanti restrizioni all’uso da parte dell’Ucraina di armi fornite dagli Stati Uniti contro obiettivi militari legittimi in Russia”, si legge nella lettera.

La missiva è stata firmata dal presidente della Commissione per gli affari esteri Michael McCaul, dal presidente della Commissione per i servizi armati Mike Rogers, dal presidente della Commissione permanente per l’intelligence Mike Turner, dal presidente della Commissione per gli affari esteri per gli affari europei Tom Keen, dal presidente degli Stanziamenti per la difesa Ken Calvert e dal rappresentante della Commissione di Helsinki Richard Hudson.

Londra annuncia aiuti militari a Kiev per 700 milioni

Durante la visita a Kiev di ieri, il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha inoltre annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina da 600 milioni di sterline (oltre 700 milioni di euro), che prevede la consegna di centinaia di missili per la difesa aerea, decine di migliaia di proiettili di artiglieria e di veicoli blindati entro la fine dell’anno. “Accanto agli Stati Uniti, siamo impegnati a dare all’Ucraina ciò di cui ha bisogno per resistere all’invasione illegale della Russia”, ha dichiarato Lammy.

Zelensky: “La Crimea va liberata, è il nostro compito”

Al via intanto il quarto vertice della Piattaforma internazionale della Crimea. “Oggi inauguriamo un memoriale nazionale ucraino per commemorare la tragedia del popolo tataro di Crimea – ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – E un giorno, un monumento simile apparirà sicuramente nella nostra Crimea libera”.

“La Crimea non è solo un territorio. È una parte della nostra anima, una terra dove il nostro popolo ha vissuto in pace e armonia con la propria cultura, lingua e tradizioni. Non stiamo solo lottando per il ritorno della Crimea: stiamo lottando per il ripristino della giustizia, per l’opportunità che ogni crimeano torni a casa, nella sua Crimea, libero dalla Russia e dalla paura”

“Siamo fiduciosi che la Crimea sarà libera. Questo è il nostro compito comune e tutto il mondo è con l’Ucraina in questa lotta”, conclude il messaggio.

Erdogan: ‘Sosteniamo fermamente l’integrità dell’Ucraina’

“La Crimea deve essere restituita all’Ucraina”. Lo ha detto chiaro e tondo il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in un video messaggio inviato al quarto vertice della Piattaforma internazionale della Crimea. Erdogan ha ribadito “il nostro sostegno all’integrità territoriale, alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina rimane incrollabile”. “Ci auguriamo sinceramente che la guerra finisca con una pace giusta e duratura sulla base dell’integrità territoriale, della sovranità e dell’indipendenza dell’Ucraina, e lo ribadirò in eterno “, ha detto il leader turco, aggiungendo che “il ritorno della Crimea all’Ucraina è un requisito del diritto internazionale”.

Von der Leyen: “La Crimea e Sebastopoli sono in Ucraina”

Della stessa posizione, ovviamente, la presidente della Commissione Europea inviando un messaggio al 4° vertice della Piattaforma Crimea: “Sono passati 10 anni da quando la Russia ha iniziato la sua aggressione contro l’Ucraina. Ed è chiaro: la Crimea e Sebastopoli sono Ucraina.

L’Ue sosterrà sempre l’integrità territoriale dell’Ucraina”.

A sorpresa, presente anche il premier croato Andrej Plenkovic, accompagnato da alcuni ministri del suo governo, giunto a Kiev in una visita che non era stata annunciata. Nel darne notizia, i media regionali riferiscono che Plenkovic incontrerà il leader ucraino Volodymyr Zelensky al quale presenterà un nuovo pacchetto di aiuti di Zagabria all’Ucraina. L’Ue: “Pronti a fare a meno del gas russo via Ucraina” L’Unione europea, ha detto la commissaria Ue per l’Energia, Kadri Simson, in conferenza stampa, è “pienamente impegnatasull’obiettivo di eliminare completamente il gas russo, senza mettere in discussione la sicurezza energetica dell’Europa. E come primo passo, insieme agli Stati membri, ci siamo preparati alla fine dell’accordo di transito con l’Ucraina” in scadenza alla fine dell’anno. “Abbiamo iniziato a prepararci due anni fa” alla scadenza del contratto, “siamo pronti a vivere senza questo accordo”, ha detto Simson. L’Italia, che insieme a Slovacchia, Austria e Ungheria, è tra i Paesi che ricevono il gas russo attraverso la rotta ucraina, è di gran lunga l’economia più grande tra questi.

Budapest e Kiev trovano l’accordo sul greggio russo

L’Ungheria e l’Ucraina hanno trovato un accordo per mettere fine alla disputa sull’importazione del greggio russo attraverso gli oleodotti a causa delle nuove sanzioni petrolifere di Kiev. L’azienda energetica russa Lukoil, i cui prodotti sono attualmente esclusi dall’ingresso in Ucraina, venderà il suo petrolio al gigante ungherese Mol, il quale potrà poi trasportarlo attraverso l’Ucraina verso l’Ue. “La compagnia Mol ha annunciato di essere attualmente la proprietaria del prodotto che transita in Ucraina e ne siamo felici”, ha dichiarato il primo ministro ucraino Denys Shmyhal. “Non si tratta di una compagnia russa ma della compagnia Mol che fa transitare il suo prodotto attraverso il sistema ucraino”.

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