venerdì, 20 Settembre, 2024
Esteri

Netanyahu dopo l’uccisione di tre israeliani: “Uniti contro l’asse del male”

Chiusi quasi tutti i valichi e l’esercito pronto ad attaccare Hezbollah

Mentre gli israeliani contrari al Governo Netanyahu continuano a scendere in piazza, sabato si contavano solo a Tel Aviv oltre 500mila persone (116 persone arrestate), il premier chiede ai suoi concittadini di restare uniti contro “l’asse del male” guidato da Iran e Hamas. Dopo l’assassinio di tre israeliani – Yuri Birnbaum, Adrian Marcelo Modmesser e Yohanan Shehori – in una sparatoria vicino al valico del ponte di Allenby il leader del Governo dice: “È una giornata dura”. “Uno spregevole terrorista ha assassinato tre nostri concittadini a sangue freddo. Contro di noi agisce un’ideologia assassina ispirata dall’asse del male iraniano. Sono assassini che non fanno distinzioni e ci vogliono eliminare tutti, fino all’ultimo: di destra, sinistra, laici o religiosi, ebrei e non ebrei”. “Ciò che impedisce la distruzione di Israele” ha aggiunto Netanyahu, sono “gli apparati dello Stato e della Difesa”. Quindi “quando siamo uniti i nostri nemici non possono farci del male, perchè il loro scopo principale è quello di dividerci” come fa Hamas che intende “scatenare una guerra psicologica contro le famiglie dei sequestrati ed esercitare una pressione politica interna ed esterna sul governo.”

Allertato l’Idf contro Hezbollah

Così la tensione su tutti i fronti portano alle chiusure di quasi tutti i valichi e gli aiuti umanitari nella Striscia non arrivano come e quando dovrebbero. Le autorità giordane e israeliane hanno annunciato la chiusura del valico King Hussein, noto anche come Allenby, tra Giordania e Cisgiordania, sino a nuova comunicazione e sono stati chiusi anche il Rabin, vicino a Eilat e il valico del Giordano, vicino a Beit Sheaan. Il valico di Rafah è quasi completamente chiuso e sono intermittenti anche quelli di Erez e Kerem Shalom. Dopo l’attentato di ieri, Netanyahu ha detto che “il braccio più forte dell’Iran è Hezbollah in Libano. Ho incaricato l’Idf e tutte le forze di sicurezza di prepararsi a cambiare questa situazione. Non possiamo continuare nella situazione attuale e siamo obbligati a riportare in sicurezza tutti i residenti del nord nelle loro case”.

Ben Gvir: distruggere terrorismo in Cisgiordania

Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, che negli ultimi tempo ha posto anche la questione del Monte del Tempio, commentando l’attacco mortale avvenuto al valico di Allenby ha chiesto al primo ministro Netanyahu di includere la distruzione del terrorismo in Cisgiordania tra le finalità del conflitto in corso: “La guerra in cui ci troviamo non è solo contro Gaza e Hezbollah, è anche nel West Bank. Proprio la settimana scorsa ho chiesto al premier di introdurre tra gli obiettivi di guerra anche la vittoria in Cisgiordania. Continuerò a lottare affinché questo avvenga.”

Herzog: accordi di pace e stabilità

Sulle spinte estremiste è intervenuto il Presidente Isaac Herzog confermando che “Israele manterrà lo status quo religioso sul Monte del Tempio – la Spianata delle Moschee, per i musulmani – in conformità agli accordi politici stabiliti dal 1967 e nello spirito delle decisioni dei principali rabbini e figure religiose negli ultimi 100 anni”. Herzog, ha parlato durante un incontro a Gerusalemme con l’ambasciatore degli Stati Uniti Jack Lew. “Gli accordi di pace tra Israele e i suoi vicini sono una pietra angolare della stabilità nella regione” ha proseguito senza menzionare esplicitamente la Giordania. Herzog si è detto “profondamente addolorato” per la morte dei tre israeliani e ha espresso anche il suo dispiacere per la morte dell’operatrice umanitaria turco-americana Aysenur Azgi Eygi, uccisa dall’esercito israeliano in Cisgiordania, aggiungendo che l’episodio è attualmente sotto inchiesta da parte dell’Idf.

Corte Suprema Israele chiede nuovo presidente

E da ieri si è aperta anche un’altra questione interna: la Corte Suprema israeliana ha intimato al ministro delle Giustizia, Yariv Levin, di avviare l’iter per l’elezione del nuovo presidente. “Senza lo stato di diritto, non avremo più uno Stato” ha dichiarato il capo dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, in un comunicato, poco dopo che la Corte suprema ha intimato con una sentenza al ministro Levin, di convocare il comitato per la selezione dei giudici e di eleggere un nuovo presidente. “Il colpo di stato di Levin ha portato il Paese al disastro del 7 ottobre” ha aggiunto Lapid, riferendosi alla riforma che il ministro della Giustizia ha tentato di portare avanti prima della guerra. “Deve convocare subito il comitato”. Levin ha criticato duramente la sentenza della Corte suprema, dichiarando che boicotterà il suo prossimo presidente perché, secondo lui, sarà eletto in un “modo illegale”.

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