Le famiglie degli ostaggi israeliani hanno mostrato un video dove si vedono immagini cruente di come Hamas detiene le persone sequestrate. In tunnel buio si sentono urla di dolore, il pianto in lontananza di un neonato e poi l’immagine di una donna incinta. Il Forum delle famiglie in questo modo intende denunciare il rischio più che concreto che tra gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas a Gaza, quasi undici mesi dopo il rapimento lo scorso 7 ottobre, ci siano delle donne rimaste incinte in seguito a violenze sessuali. Le autorità avevano vietato la diffusione. Ma il video è circolato e il Forum della famiglie ha aggiunto una scritta che dice: “Queste voci non sono solo nella nostra testa. Esistono nelle profondità dei tunnel di Gaza. A più di 9 mesi dal loro rapimento, il seguito può solo essere immaginato. Devono essere portate a casa. Ora”. Alcuni famigliari degli ostaggi e loro sostenitori sono in aperta polemica con il primo ministro Netanyahu: “Ogni cittadino sappia che se verrà rapito, il premier farà di tutto per mantenere il suo posto, anche a costo di di lasciarlo morire nei tunnel di Hamas” hanno dichiarato pubblicamente. Netanyahu non ha replicato.
Stupri e violenze contro civili inermi
Lo scorso maggio era stato diffuso il filmato di 5 soldatesse rapite dalla base di Nahal Oz . Il filmato aveva rivelato che i terroristi si riferiscono alle donne come ‘Sabaya’, che si traduce in ‘schiave del sesso’. Purtroppo questi espedienti mediatici non sortiscono nessun effetto concreto: il Governo israeliano e Hamas, finora, non hanno raggiunto nessuno accordo né di tregua per la liberazione degli ostaggi e neppure per il cessate il fuoco. Già nei mesi scorsi gli ostaggi liberati nell’ambito dell’accordo di novembre hanno confermato che le donne prigioniere erano state oggetto di abusi sessuali da parte dei loro rapitori.
Si combatte su tutti i fronti
Torna a parlare anche l’Iran, secondo il quale: “Israele è stato il più grande ostacolo al raggiungimento di un accordo per porre fine alla guerra contro Gaza ed è la principale causa di tensione nella regione, attraverso il perdurare delle sue azioni criminali”. Lo ha detto il ministro degli esteri Abbas Araghchi durante una conversazione telefonica con il premier giordano e ministro degli esteri Ayman Safadi, che ha sottolineato la necessità di porre fine alla tensione a Gaza “il prima possibile”. Safadi ha anche espresso preoccupazione per la situazione umanitaria a Gaza e per il diffondersi del conflitto in Cisgiordania. Questo mentre l’esercito israeliano si starebbe concentrando nella zona di Jenin, dopo i blitz dei giorni scorsi a Tulkarem e Far’a, le operazioni su vasta scala condotte dalle Idf in Cisgiordania. Secondo quanto riferito dal Times of Israel, le forze israeliane hanno fatto irruzione nel campo profughi della città e neutralizzato decine di ordigni piazzati lungo le strade. L’esercito ha riferito che ci sono stati anche scontri a fuoco tra le Idf e palestinesi armati: sono stati uccisi almeno 26 uomini armati e arrestati circa 30 ricercati in diverse località della Cisgiordania. Le truppe israeliane hanno bombardando anche i villaggi di Deir Seryan e Taybeh, nel Libano meridionale in risposta a una raffica di 40 razzi che è stata lanciata dal Libano,da Hezbollah, verso la Galilea Occidentale durante la notte scorsa.
Vaccinazioni poliomelite al via
Nella Striscia è intanto cominciata la campagna di vaccinazione contro la poliomielite, dopo che il territorio devastato dalla guerra ha registrato il primo caso di malattia in un quarto di secolo. I funzionari del ministero della sanità nel territorio gestito da Hamas, insieme alle Nazioni Unite e alle ong “stanno iniziando la campagna di vaccinazione contro la polio nella regione centrale” ha reso noto Moussa Abed, direttore dell’assistenza sanitaria primaria presso il ministero della sanità di Gaza.