domenica, 17 Novembre, 2024
Esteri

Casa Bianca: colloqui costruttivi. Hamas: colpiremo gli israeliani all’estero

Domani trattative al Cairo, ma senza la delegazione israeliana

Per l’Amministrazione Biden i colloqui che si svolgono per una tregua sono tendenzialmente sempre “costruttivi”, vicini al traguardo e in svolte positive. Israele non concorda e ha consegnato la sua proposta aggiornata con il piano sul corridoio Filadelfia; un piano che prevede la presenza dell’Onu, mentre per Hamas continuano le dichiarazioni di guerra: “Vendicheremo l’uccisione di Hanyeh colpendo gli israeliani all’estero”. Il dirigente di Hamas, Osama Badran ha anche dichiarato che che la richiesta del primo ministro Benjamin Netanyahu di mantenere le truppe israeliane nel corridoio di Filadelfia dimostra la sua riluttanza a raggiungere un accordo definitivo di cessate il fuoco.

Al Presidente Biden e ai democratici americani serve il successo della trattativa per arrivare più tranquilli alle elezioni presidenziali di novembre e questo spiega le dischiarazioni degli ultimi mesi. Ma le parti in guerra smentiscono continuamente l’ottimismo americano. Tra l’altro gli Stati Uniti temono ancora la rappresaglia iraniana che potrebbe essere stata rinviata a date più vicine alle elezioni statunitensi: ieri il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby ha detto che Teheran “è ancora pronto a fare qualcosa se decide di farlo”. Inanto domani è previsto un nuovo round di negoziati al Cairo con la partecipazione del direttore della Cia William Burns, del primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdul Rahman al-Thani e di altre delegazioni: Israele pare si sia limitato a consegnare le condizioni per un accordo e poi i membri della delegazioni sono tornati a Tel Aviv.

Il ministro Katz: no a Stato palestinese

L’esercito israeliano ha assassinato un altro capo operativo di Hezbollah: Muhammad Mahmoud Najam, è stato ucciso nel Libano meridionale. Lo ha riferito l’Aeronautica militare israeliana, pubblicando un video dell’attacco. Il raid, si precisa, è avvenuto sulla zona di Eita al-Zut e la vittima era un “terrorista” che operava nell’unità di Hezbollah preposta al lancio di razzi e missili. Le forze di difesa israeliane hanno anche alzato l’allerta in attesa della risposta del leader di Hamas Yahya Sinwar alla proposta aggiornata di Israele nei negoziati per l’accordo sul rilascio degli ostaggi e la tregua a Gaza: l’Idf ritiene che se i colloqui non vanno a buon fine, Hezbollah potrebbe mettere in atto subito la rappresaglia contro Israele per l’uccisione del capo militare Fuad Shukr. Mentre il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha scritto sui social: “Uno stato palestinese significherebbe una base iraniana” nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, “proprio come in Libano, Yemen, Siria e Iraq, con minacce per centri abitati, rotte aeree e di navigazione e hub economici in Israele. Non possiamo permettere che questo accada”.

Neo ministro iraniano andrà a Beirut

Da Teheran, invece, il neo ministro degli Esteri Abbas Araqchi ha reso noto che nelle scorse ore ha avuto colloqui telefonici con i suoi colleghi di Siria, Libano e Armenia. Tema dei colloqui le relazioni bilaterali e le questioni regionali, e la conferma che la Repubblica islamica continuerà a sostenere la Siria ed i Paesi che si oppongono a Israele. Nel corso poi della telefonata con il suo collega libanese, Abdallah Bou Habib, oltre a parlare della situazione a livello regionale Araqchi ha annunciato che si recherà a Beirut e ha invitato l’omologo a recarsi a Teheran al più presto. Il ministro iraniano ha anche avuto un colloquio con il suo collega armeno, Ararat Mirzoyan, incentrato sulle relazioni bilaterali.

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