Il Brasile introdurrà limitazioni all’ingresso di alcuni stranieri provenienti dall’Asia che utilizzano il Paese come punto di partenza per migrare verso Stati Uniti e Canada. Lo ha annunciato l’ufficio stampa del Ministero della Giustizia. La misura riguarda i migranti provenienti da paesi asiatici che richiedono visti per soggiornare in Brasile, ma non si applica a chi è esente da visti come i cittadini statunitensi e molti cittadini europei. Un’indagine della Polizia Federale ha rivelato che molti migranti acquistano voli con scali a San Paolo, ma rimangono in Brasile per proseguire verso nord.
Immigrazione
Oltre il 70% delle richieste di asilo all’aeroporto proviene da persone di nazionalità indiana, nepalese o vietnamita, mentre il restante 30% da nazioni africane come Somalia, Camerun, Ghana ed Etiopia. I viaggiatori senza visto dovranno continuare il viaggio in aereo o tornare nel loro paese, ha affermato il ministero. Molti migranti utilizzano la rotta da San Paolo ad Acre per accedere al Perù e dirigersi verso l’America Centrale e gli Stati Uniti. Le nuove linee guida non si applicheranno ai circa 500 migranti attualmente accampati all’aeroporto di San Paolo. La polizia federale è convinta che esista “una rotta consolidata di migrazione irregolare in Brasile, con traffico di migranti e tratta di esseri umani”. Il Brasile ha storicamente accolto i rifugiati, ma le segnalazioni di migranti che utilizzano il Paese come tappa intermedia hanno causato frustrazione nel governo. Il Brasile ha concesso 11.248 visti umanitari agli afghani tra settembre 2021 e aprile 2024. Il presidente Lula da Silva ha riportato il Paese al Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare, mantenendo i visti umanitari ma con linee guida più restrittive.