Sono oltre 6.000 i detenuti in meno negli istituti penitenziari italiani dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Oggi infatti si contano 55.036 presenze a fronte delle 61.230 del 29 febbraio scorso, appena dopo le prime indicazioni fornite dal DAP agli istituti per la prevenzione del contagio da Covid-19.
Secondo quanto rende noto il ministero della Giustizia, fra i fattori che hanno inciso, in misura differente, sul calo di presenze vi sono l’esecuzione della pena nel domicilio, prevista dalla legge 199/2010 e dall’art. 123 del decreto-legge 18/2020; i motivi sanitari dovuti al contagio da coronavirus o a situazioni di incompatibilita’ con lo stato di salute del detenuto; i permessi ai semiliberi, che in tal modo possono evitare il rientro serale in istituto; la riduzione di nuovi ingressi, dovuta anche alla drastica diminuzione dei reati compiuti e, quindi, anche degli arresti in flagranza.
Sono 19 fino a oggi i detenuti guariti dall’infezione da Covid-19:
di questi, 14 hanno affrontato la quarantena all’interno delle camere di isolamento sanitario appositamente predisposte per ospitare i soggetti contagiati; i restanti 5 nelle strutture ospedaliere dove erano ricoverati.
Restano due i decessi registrati fra i detenuti, di cui uno mentre si trovava in detenzione domiciliare in ospedale. Sei i guariti fra il personale di Polizia Penitenziaria, che conta due decessi attribuibili al contagio da Covid-19.
Secondo i dati del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sono complessivamente 94 i detenuti ad oggi positivi al virus, quasi tutti asintomatici, mentre 11 sono ricoverati in strutture sanitarie. Tra le fila del personale risultano contagiati 204 agenti di Polizia Penitenziaria e 5 appartenenti al comparto funzioni centrali: 170 stanno affrontando la quarantena presso il domicilio e 22 in caserma; 17 sono ricoverati presso strutture ospedaliere. (Italpress)