Kiev afferma di aver respinto nella notte tra giovedì e venerdì un attacco di droni provenienti dall’Oblast, teatro dell’incursione ucraina. Mosca ha affermato di aver abbattuto 12 missili americani Atacms lanciati sul ponte di Crimea. Lukashenko torna a invitare Mosca e Kiev a trattare, ma anche a minacciare l’uso di armi atomiche nel caso la Bielorussia fosse attaccata.
Giornalisti Ue condannano le minacce ai due inviati Rai
I media russi hanno riferito che il ministero dell’Interno di Mosca intende sporgere denuncia penale contro i giornalisti italiani del Tg1 Stefania Battistini e Simone Traini che hanno fatto servizio nella regione di Kursk per “attraversamento illegale di confine di Stato”. I due inviati sono attualmente in Ucraina. La Federazione Europea dei Giornalisti (Efj) ha “condannato con forza” le minacce russe di perseguire penalmente i giornalisti italiani che seguono la controffensiva ucraina nella regione di Kursk. In un comunicato, l’Efj – la più grande organizzazione di giornalisti in Europa – dichiara di ritenere “queste intimidazioni alla stregua di una censura, volta a impedire che l’opinione pubblica venga informata sulle operazioni in corso”.
“Siamo solidali con Stefania, Simone e tutti gli operatori dei media che rischiano la vita per fare reportage dalle zone di conflitto”, ha aggiunto Sergiy Tomilenko, presidente dell’Unione nazionale dei giornalisti dell’Ucraina. “Il loro coraggio è essenziale per una società libera e informata. Tali tattiche intimidatorie da parte di Mosca sono inaccettabili e violano gli standard legali internazionali a protezione dei giornalisti”. Anna Del Freo, membro del comitato direttivo dell’Efj ha dichiarato: “È inaccettabile che Mosca voglia aprire un procedimento penale contro di loro, così come è estremamente grave che minacce di morte contro Stefania siano apparse su alcuni social network italiani”.
Kiev: presi prigionieri russi, ci sarà scambio
In dichiarazioni alla Bbc Yuriy Sak, consigliere del governo ucraino, ha affermato che l’Ucraina ha catturato “centinaia” di prigionieri russi nella regione russa Kursk, che “verranno scambiati successivamente con i prigionieri di guerra ucraini presi dalla Russia”.
Secondo Sak, uno degli “obiettivi tattici di questa operazione” è neutralizzare le basi aeree nella regione di Kursk, utilizzata – secondo il consigliere – “per sferrare più di duemila attacchi sul territorio ucraino” solo questa estate.
Mosca: Intercettati 12 missili lanciati sul ponte di Crimea
il ministero della Difesa russo su Telegram ha affermato che “La difesa aerea ha respinto durante la notte un attacco di gruppo di 12 missili di produzione americana Atacms” lanciati durante la notte sul ponte costruito su ordine del presidente Vladimir Putin che collega la Russia alla penisola ucraina di Crimea, annessa nel 2014. “Tutti i missili sono stati distrutti”, conclude il post.
Donetsk: via da Pokrovsk, i russi si avvicinano rapidamente
Le autorità militari ucraine di Pokrovsk, città nel Donetsk, hanno invitato i civili a lasciare l’area. In un posto su Telegram le autorità locali affermano che è importante che gli abitanti “non rinviino” la partenza dalla zona perché le forze russe “si stanno avvicinando rapidamente alla periferia di Pokrovsk”. Le truppe russe “stanno avanzando a ritmo sostenuto. Ogni giorno che passa c’è sempre meno tempo per raccogliere gli effetti personali e partire verso regioni più sicure”, recita un comunicato
Pokrovsk è una delle “direttrici chiave della difesa al fronte”, insieme a Toretsk e altre aree, obiettivo “dei più intensi assalti russi” secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in alcuni post su X.
Gb: Russia non era pronta, ora sta costruendo difese
Secondo il ministero della Difesa di Londra su X, l’analisi dell’intelligence britannica sull’incursione delle forze ucraine nella regione di Kursk, che vede i militari di Kiev avanzare “per una profondità che va tra i 10 ed i 25 chilometri” è che la Russia “non era preparata a rispondere a una forza d’assalto con battaglioni multipli”, sebbene “avesse creato linee difensive nell’area”.
“Dopo il disordine e la disorganizzazione iniziale” i militari russi sono stati dispiegati “in più grande forza nella regione”, anche probabilmente “lungo la linea di contatto” e “hanno iniziato a costruire posizioni difensive aggiuntive in uno sforzo di impedire l’avanzata ucraina”. Il dispiegamento di forze russe nell’area, a scapito di altre aree, era uno degli scopi principali dell’incursione a Kursk.
La Bielorussia invita al dialogo tra europei dell’est
Alla terza settimana dell’incursione Ucraina nel Kursk, il più stretto alleato di Vladimir Putin, il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, ha lanciato un appello per la pace. Secondo Politico, questo appello sarà trasmesso domenica sul canale statale russo Rossiya 1, mentre è già andato sui media bielorussi. “Sediamoci al tavolo delle trattative e poniamo fine a questa zuffa. Né il popolo ucraino, né i russi, né i bielorussi ne hanno bisogno”, ha detto Lukashenko.
“Sono loro, in Occidente, che ne hanno bisogno. Non posso rivelare questi fatti, sono assolutamente classificati. Ma a volte parlano apertamente persone di alto rango. Dicono: lasciate che si colpiscano a vicenda – ucraini, russi – lasciate che tutti muoiano in questo calderone”.
Lukashenko ha consentito a Mosca di collocare armi nucleari sul suo territorio e ha permesso alle truppe russe di attaccare l’Ucraina attraverso il suo territorio.
Rafforza la frontiera bielorussa
La scorsa settimana, Lukashenko ha dichiarato che la Bielorussia ha intercettato diversi presunti droni da combattimento ucraini sul suo territorio, mentre alcuni di essi sono stati distrutti dalle forze russe nello spazio aereo russo. Per questo la Bielorussia ha accresciuto i suoi controlli sul confine con l’Ucraina: “Dopo gli incidenti con questi droni, abbiamo rafforzato il controllo al confine bielorusso-ucraino. Inoltre, abbiamo dispiegato ulteriori unità militari nell’area,” ha detto Lukashenko durante una riunione sulla sicurezza, come riportato dall’agenzia di stampa statale Belta.
“non combatteremo contro di voi”
Dopo l’inizio dell’operazione ucraina a Kursk, Lukashenko ha inviato truppe al confine per “fermare una possibile incursione ucraina”. Allo stesso tempo, però, afferma di non volere in nessun modo entrare in guerra. “Gli ucraini lo hanno visto. Ci hanno detto costantemente che non avevano bisogno della guerra con la Bielorussia. Noi comprendiamo questo e diciamo che non combatteremo contro di voi”. Putin, dal canto suo, ha dichiarato lunedì scorso che non intende parlare con Kiev, in particolare dopo l’inizio dell’operazione a Kursk, accusando gli ucraini di aver attacco i civili.