Un tribunale thailandese ha decretato all’unanimità, mercoledì, lo scioglimento del Move Forward Party, vincitore delle ultime elezioni generali. La Corte costituzionale sostiene che la proposta del partito fosse un tentativo di rovesciare la monarchia. Il Move Forward Party non è riuscito a formare un governo poiché il Senato, nominato dai militari, ha rifiutato di sostenere il suo candidato a primo ministro. La Commissione elettorale aveva presentato una petizione dopo che la Corte costituzionale aveva stabilito che il partito doveva smettere di sostenere modifiche alla legge nota come Articolo 112, che protegge la monarchia con pene fino a 15 anni. La corte ha anche imposto un divieto di 10 anni di attività politica agli esecutivi del partito, tra cui l’ex leader Pita Limjaroenrat e l’attuale capo Chaithawat Tulathon. Parlando ai sostenitori, Pita ha dichiarato che, pur dicendo addio alla politica, continuerà il suo impegno come cittadino attivo. I legislatori di un partito sciolto possono mantenere i loro seggi se passano a uno nuovo entro 60 giorni. Pita ha detto che i membri del partito continueranno “in un nuovo veicolo” anche se lui non ne farà parte. L’azione della corte è stata vista come parte di un attacco al movimento progressista del Paese da parte delle forze conservatrici. Le organizzazioni per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per la sentenza. “La decisione non è una sorpresa e difficilmente susciterà proteste su larga scala, dato che i parlamentari di Move Forward rimarranno una forza in Parlamento, anche sotto una bandiera diversa – ha affermato Matthew Wheeler, analista regionale per il Crisis Group – Ma la decisione dimostra che la costituzione del 2017 è stata progettata per frenare la volontà popolare”. Il primo ministro Srettha Thavisin ha sostenuto che il sistema giudiziario thailandese è equo e imparziale e che il governo non può interferire con il processo giudiziario.