Migliaia di venezuelani hanno manifestato, sabato, in tutto il Paese contro il risultato delle elezioni, contestate dall’opposizione. Il presidente Nicolas Maduro ha annunciato che circa 2.000 persone sono state arrestate durante le proteste. L’autorità elettorale, accusata di favoritismi verso il governo socialista, ha dichiarato Maduro vincitore con il 51% dei voti, contro il 46% dell’opposizione. Maduro ha definito le manifestazioni come parte di un tentativo di colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti. “Siamo qui – , ha affermato Alfredo Valera, presidente del sindacato Fontur, durante una carovana filo-governativa a Caracas – per rispondere all’appello del nostro presidente e per difendere la democrazia”. Altrove, i sostenitori dell’opposizione hanno marciato nella Capitale, alla presenza della leader Maria Corina Machado. Manifestazioni di protesta anche a Valencia, Maracaibo e San Cristobal. Secondo gruppi di difesa come Human Rights Watch, 20 persone sarebbero state uccise nelle proteste post-elettorali e circa 1.200 arrestate. A seguito di una intesa raggiunta, venerdì, a Versailles, a margine dei Giochi Olimpici, tra la premier italiana Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron, i leader di Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Spagna hanno rilasciato una dichiarazione nella quale esprimono preoccupazione per la situazione in Venezuela, chiedendo alle autorità di pubblicare tutti i registri di voto per garantire trasparenza e integrità del processo elettorale. “Condanniamo fermamente qualsiasi arresto o minaccia – affermano – La volontà del popolo venezuelano, così come il suo diritto a protestare e a riunirsi pacificamente, devono essere rispettati”.