C’era, e c’è, grande attenzione in merito al Ddl Sicurezza il cui approdo in aula alla Camera era previsto per lunedì 5 agosto. Era, perché difatti è di ieri la notizia del rinvio del tutto a dopo la pausa estiva dei lavori parlamentari. In pratica, se ne riparlerà a settembre. La decisione è stata presa durante la conferenza dei Capigruppo di Montecitorio in risposta alle forti proteste delle opposizioni contro l’accelerazione voluta dal governo. Tensioni nate, secondo le stesse opposizioni, proprio dalla maggioranza che avrebbe voluto imprimere una rapida approvazione del Ddl attraverso una seduta notturna tra mercoledì e giovedì e il contingentamento dei tempi di discussione.
Le proteste
Dure quindi le proteste dell’opposizione in commissione per le tappe forzate su un provvedimento che, è stato detto, non ha l’urgenza di un decreto. “Dal contingentamento dei tempi si passa a silenziare le opposizioni – hanno detto Valentina D’Orso e Alfonso Colucci, Capigruppo M5S in commissione dopo una ulteriore accelerazione decisa dalle presidenze – così nottetempo la maggioranza si approva le sue norme repressive e liberticide del ddl sicurezza con il favore delle tenebre e senza il ‘fastidio’ delle opposizioni che li inchiodano alla loro pochezza. Una nuova vergogna firmata FdI, Lega e FI”. Molto critica anche la Capogruppo del Partito democratico Chiara Braga che ha criticato la maggioranza per aver limitato il confronto democratico e i diritti delle opposizioni durante la discussione del disegno di legge in oggetto.
Intervenendo ad apertura della seduta, ha chiesto un intervento della Presidenza della Camera per garantire il rispetto del dibattito parlamentare: “Questa notte”, le sue parole, “in una riunione fiume delle commissioni su un provvedimento che non ha scadenza e che non è contingentato, qual è il ddl sicurezza, ci sono state molte forzature, minacce e intimidazioni nei confronti dei deputati delle opposizioni” ha affermato, sottolineando che tali comportamenti sono ancora più gravi dato che non c’era stato ostruzionismo da parte delle opposizioni, che avevano invece mantenuto un atteggiamento assolutamente corretto, presentando emendamenti sul merito del provvedimento.
Emendamenti approvati
Tra gli emendamenti comunque approvati, spicca quello relativo all’utilizzo delle bodycam per gli agenti di polizia. Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha commentato con soddisfazione: “Grazie a questo strumento renderemo ancora più efficace la tutela delle donne e degli uomini in divisa”. “L’approvazione all’interno di questo Ddl dell’emendamento che introduce le bodycam per le forze di polizia, è uno straordinario risultato dalla portata storica a beneficio degli operatori di sicurezza del nostro Paese”, ha detto Nicola Molteni, Sottosegretario all’Interno, ricordando che “le videocamere, per chi esercita attività di ordine pubblico, controllo del territorio, vigilanza nei siti e luoghi sensibili, a bordo treno e in ambito ferroviario, sono uno strumento di trasparenza, tutela, protezione e deterrenza indispensabile e utile per una efficace ed efficiente operatività dei nostri servitori dello Stato, impegnati nella difesa della legalità e dei valori democratici del nostro Paese”.
Al contempo, è stata introdotta una stretta sulla cannabis light, equiparandola di fatto alla cannabis tradizionale. Questa mossa ha suscitato critiche da parte del segretario di Più Europa Riccardo Magi, che ha definito la decisione un “duro colpo al settore che vede migliaia di occupati e una filiera completamente italiana. Il governo Meloni ha appena ucciso il settore della cannabis light nel nostro Paese: nella seduta fiume tra la notte di mercoledì e giovedì in commissione alla Camera è stato infatti approvato l’emendamento al ddlsicurezza che equipara la cannabis light a quella con thc. Il governo Meloni, in preda alla furia ideologica, cancella una filiera tutta italiana, 11mila posti di lavoro. E pensano anche di aver fatto la lotta alla droga”.