domenica, 17 Novembre, 2024
Esteri

Parolin: non perdere la fiducia. Il sindaco di Kiev: Zelensky rischia suicidio politico

Crosetto: credo che Trump cambierà la linea, parlerà direttamente con Putin

Il segretario di Stato Vaticano, inviato dal Papa nel Paese in guerra, ha officiato la Messa al santuario mariano di Berdychiv. Nella usa omelia ha raccomandato ai fedeli di “non perdere la fiducia anche se sembra che il male abbia il sopravvento”. Ha esortato la Chiesa a pregare incessantemente “affinché Dio converta i cuori di coloro che, allontanatisi dalle sue vie e divenuti schiavi del proprio orgoglio, seminano violenza e morte, calpestando negli altri quella dignità di figli”. Il cardinale, segretario di Stato Vaticano, al terzo giorno della sua visita nel Paese come Legato pontificio, ha fatto risuonare il grido di pace del Papa e del popolo ucraino dal santuario della Madonna del Carmine, a Berdychiv, uno dei centri spirituali della comunità cattolica del Paese, caro a coloro che professano il rito latino che concludono le celebrazioni del loro pellegrinaggio. Accompagnato dal nunzio Visvaldas Kulbokas, è arrivato al monastero carmelitano, nella regione di Zhytomyr, proclamato Santuario nazionale, dove ad attenderlo c’erano rappresentanti delle autorità e del corpo diplomatico, pellegrini provenienti da diverse parti dell’Ucraina e delegazioni dall’estero.

Klitschko: per la pace servirà un referendum

Sul processo di pace è intervenuto anche il sindaco di Kiev, uno degli uomini politici più in vista dell’Ucraina e probabile successore di Zelensky: “Aspettiamo il voto Usa ma per sancire la pace servirà un referendum”, ha detto Vitali Klitschko, secondo il quale “i prossimi mesi saranno molto difficili per Zelensky” perché “dovrà continuare la guerra con nuove morti e distruzioni, oppure prendere in considerazione un compromesso con Putin. E, in questo caso, che pressioni arriveranno dall’America, se dovesse vincere Trump? E come spiegare al Paese che occorre rinunciare a pezzi di nostro territorio costati la vita a migliaia dei nostri eroi combattenti?”. “Qualsiasi mossa faccia – ha spiegato Klitschko, riferendosi a Zelensky – il nostro Presidente rischia il suicidio politico. Sarebbe un incubo se dovessimo combattere per altri due anni”. Klitschko è pessimista e non confida nella volontà del Presidente ucraino di cedere il potere: “Zelensky – ribadisce – probabilmente dovrà ricorrere a un referendum, non credo possa raggiungere da solo accordi tanto dolorosi e importanti senza la legittimazione popolare. Una via d’uscita per lui potrebbe essere la creazione di un governo d’unità nazionale, un po’ come è avvenuto in Israele dopo il 7 ottobre. Però, non credo sia disposto a rinunciare al potere accentrato nelle sue mani che gli garantisce la legge marziale”.

Guerra virtuale e reale

Intanto la guerra è sempre a tutto campo, reale e virtuale, per terra e per aria: “il 21 luglio sono state registrate pubblicazioni massicce di messaggi provocatori in alcuni noti canali Telegram ucraini che utilizzavano il software FleepBot per postare notizie. Gli hacker si sono introdotti nel servizio di automazione dei post di FleepBot, sviluppato e di proprietà di una società russa, e hanno iniziato a pubblicare sui canali Telegram per conto dei proprietari”. Lo scrive sui propri canali il social il Servizio statale per le comunicazioni speciali e la protezione delle informazioni dell’Ucraina, sottolineando “il pericolo di utilizzare qualsiasi software proveniente dal paese aggressore e la necessità di controllare attentamente l’origine del software prima di utilizzarlo”. Mentre l’esercito russo ha inviato degli aerei per respingere due bombardieri statunitensi vicino al confine Artico. Lo fa sapere il Ministero della difesa russo, secondo la Tass. “Due caccia Mig-29 e Mig-31 impediscono a due bombardieri B-52n dell’aeronautica statunitense di violare il confine di stato”. “Quando gli aerei da guerra russi si sono avvicinati, i bombardieri Usa hanno corretto la loro rotta allontanandosi dal confine russo”. Le forze ucraine, invece, hanno respinto un massiccio attacco con 5 missili e una quarantina di droni diretti verso Kiev. Questo è almeno il quinto tentativo consecutivo dell’esercito russo di attaccare la capitale con i droni.

Crosetto contro Stoltenberg

Quanto alla polemica tra l’Italia e la Nato per l’inviato per il fronte sud della Nato (è stato scelto uno spagnolo e non un italiano) è sceso in campo direttamente il Ministro della Difesa, Guido Crosetto: “Lo considero quasi un affronto personale – ha dichiarato – una profonda delusione”. “Se ne ho parlato con Stoltenberg? Gli ho scritto un messaggio durissimo. Mi ha fatto infuriare e ci saranno conseguenze sul piano dei rapporti personali. Il suo è stato il tradimento di un principio: era l’Italia a essersi battuta per introdurre il ruolo di inviato per il fronte sud. Stoltenberg non voleva. Ha dovuto metterlo nella risoluzione perché lo voleva l’Italia e così si è vendicato”. L’Italia non ha un problema con la Nato, “ha un problema con Stoltenberg. È lui l’unico responsabile, forse perché guidato da logiche di appartenenza politica, venendo meno alla prima delle sue responsabilità: essere super partes”. Sull’Ucraina ha continuato Crosetto “credo che Trump cambierà la linea, cercherà di ottenere la pace riprendendo un dialogo personale con Putin. Cercherà di chiudere in fretta e questo può essere un problema. Sono importanti le regole con cui gli Stati devono confrontarsi: se il diritto internazionale viene messo da parte, prevale il diritto del più forte. Vale per l’Ucraina come per Israele”. Inoltre “per Trump il raggiungimento del 2% diventerà un criterio con cui giudicherà ogni alleato. Ci dirà difendetevi da soli. E chi giudica sbagliati gli investimenti nella difesa, vuol dire che pensa che l’Italia non debba difendersi, ma mettersi nelle mani di altri”.

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