sabato, 22 Febbraio, 2025
Esteri

Raid in Libano, ucciso comandante Hamas. La Knesset: no a Stato palestinese. Abu Mazen: così non ci sarà pace

Ospedale da campo per i bimbi di Gaza. Netanyahu boccia la proposta del ministro della difesa Gallant

L’esercito israeliano ha confermato di aver ucciso Muhammed Jabara, comandante di Hamas, in un attacco con droni a Ghazze, nel distretto della Bekaa, Libano orientale. Secondo l’Idf l’uomo era responsabile dell’esecuzione di attacchi, compreso il lancio di razzi, contro Israele, e lavorava a fianco del gruppo terroristico libanese al-Jamàa al-Islamiyya, che lo ha anche rivendicato come membro. Sempre oggi, un secondo attacco ha colpito un auto nel villaggio di Jabal al-Botm, nel sud del Libano, e un terzo raid aereo ha avuto luogo nei pressi del villaggio di Ain al-Tineh, nel distretto della Bekaa, a circa 25 km dal confine israeliano, ha riferito la stampa

No ad uno Stato Palestinese

Knesset ha votato a stragrande maggioranza una risoluzione che respinge la nascita di uno Stato palestinese.

La risoluzione è stata opera sia dei partiti della coalizione del premier Benyamin Netanyahu sia di quella di destra all’opposizione e ha avuto il sostegno anche del partito di Benny Gantz. I membri di Yesh Atid, il partito di Yair Lapid – hanno riferito i media- sono usciti dall’Aula al momento del voto. “Uno Stato palestinese nel cuore di Israele costituirebbe una minaccia esistenziale per Israele e i suoi cittadini, perpetuerebbe il conflitto israelo-palestinese e destabilizzerebbe la regione”, recita la Risoluzione.

L’approvazione della Risoluzione – che stabilisce la sua “opposizione di principio” alla nascita di uno stato palestinese – è avvenuta a pochi giorni dalla partenza del premier Netanyahu che il 22 incontrerà il presidente Biden alla Casa Binaca e il 24 parlerà davanti al Congresso. Ed è nota la posizione della presidenza Usa a favore della creazione di uno stato palestinese all’interno dalla Soluzione a 2 stati. Già lo scorso febbraio la Knesset, su iniziativa del premier Netanyahu, aveva votato una Risoluzione contro la nascita dello stato palestinese, ma nello specifico, quella, si riferiva ad una decisione “unilaterale” nella previsione – in costanza della guerra a Gaza – che stati stranieri stessero considerando di riconoscere di loro iniziativa uno stato palestinese, come poi è avvenuto.

Abu Mazen: senza Stato non ci sarà pace

Non c’è pace nè sicurezza per nessuno senza l’istituzione di uno Stato palestinese in conformità con la legge internazionale”. Lo ha detto Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente dell’ Autorità Nazionale Palestinese (Anp), Abu Mazen, in risposta alla risoluzione approvata in Israele dalla Knesset. “Queste decisioni – ha aggiunto il portavoce – confermano l’insistenza di Israele e della sua coalizione di governo nel voler gettare l’intera regione nell’abisso”. Abu Rudeina ha quindi accusato gli Usa di essere “responsabili a causa della loro parzialità e del loro sostegno illimitato” ad Israele.

No creazione ospedale per bimbi

L’ufficio di Benyamin Netanyahu ha fatto sapere che il premier ha deciso di non approvare la creazione di un ospedale da campo in Israele per curare i bambini di Gaza. La richiesta dell’ospedale era stata avanzata dal ministro della Difesa Yoav Gallant motivandola con la prolungata chiusura del valico di Rafah, nel sud di Gaza, da cui si passa in Egitto, di cui l’Idf ha preso il controllo nelle scorse settimane. Della intenzione di costruire l’ospedale Gallant, aveva informato il suo omologo Usa Lloyd Austin. L’ufficio del premier – secondo Ynet – ha giustificato la decisione sottolineando che si sta “cercando di creare una rotta per il trasporto aereo dei malati e dei feriti da Gaza verso altri Paesi”.

Gaza: colpiti 20 miliziani

Venti miliziani di Hamas, compreso un cecchino che a inizio mese aveva ucciso un militare israeliano, sono morti in un raid israeliano sulla Striscia di Gaza. Lo riferiscono le forze israeliane di difesa (Idf), citate da The Times of Israel. I miliziani uccisi, aggiunge l’Idf, facevano parte del battaglione Shati di Hamas e tra questi c’erano membri dell’unità d’élite Nukhba, cecchini e agenti che avrebbero osservato le forze israeliane

Crisi idrica come arma

A Gaza, Israele sta usando la mancanza d’acqua come arma di guerra contro la popolazione, violando apertamente il diritto internazionale. Il taglio delle forniture idriche, la distruzione sistematica di infrastrutture essenziali e il blocco all’ingresso degli aiuti internazionali da parte di Israele, hanno infatti ridotto del 94% la disponibilità d’acqua dentro la Striscia. È quanto denuncia Oxfam in un nuovo report, pubblicato oggi. Al momento ogni abitante può contare in media su appena 4,74 litri al giorno, ossia meno di un terzo del minimo raccomandato in situazioni di emergenza e al di sotto della quantità che consumiamo ogni volta che tiriamo lo sciacquone del water.

L’analisi di Oxfam rivela inoltre che gli attacchi israeliani hanno danneggiato o distrutto 5 infrastrutture idriche e sanitarie ogni 3 giorni dall’inizio della guerra; la distruzione delle infrastrutture idriche ed elettriche – sommate alle restrizioni all’ingresso di pezzi di ricambio e carburante (ne entra solo un quinto di quanto necessario) – hanno ridotto la produzione d’acqua all’interno della Striscia dell’84%, mentre l’azienda idrica nazionale israeliana Mekorot ha tagliato le forniture del 78%. Israele , secondo i dati Oxfam, ha distrutto il 70% di tutte le pompe per lo smaltimento delle acque reflue e il 100% degli impianti di trattamento, nonché i principali laboratori di analisi della qualità dell’acqua, limitando l’ingresso delle attrezzature di analisi usate da Oxfam.

Comitato indagine su 7 ottobre

Rappresentanze dei kibbutz colpiti dall’attacco di Hamas e ong israeliane hanno annunciato la formazione di un comitato di esperti che porti ad una indagine civile sui fatti del 7 ottobre. “Il comitato – è stato spiegato in una conferenza stampa – indagherà sugli eventi di prima del 7 ottobre che hanno condotto alla maggiore falla nel sistema di sicurezza nella storia dello Stato”.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

La rivista americana “Time” nomina Gisèle Pelicot Donna dell’anno 2025

Ettore Di Bartolomeo

Steve Bannon accusato di aver fatto il saluto nazista al Congresso dei Conservatori

Paolo Fruncillo

Trump licenzia Caleb Vitello, direttore ad interim dell’Ufficio Controllo dell’immigrazione

Chiara Catone

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.