domenica, 17 Novembre, 2024
Esteri

Gaza, raid Israele causa altri 6 morti a Nuseirat. Francia critica gli attacchi

Leva obbligatoria, ultra ortodossi contro ministri. Proteste per liberazione ostaggi

Almeno 22 persone sono morte in due distinti attacchi israeliani nella zona centrale e meridionale di Gaza. E’ quanto ha riferito il ministero della Salute nella Striscia, gestito da Hamas, e la Mezzaluna Rossa palestinese. Uno dei raid ha colpito la scuola Al-Razi amministrata dall’Onu, nel campo profughi di Nusseirat, facendo cinque morti mentre altri diciassette hanno perso la vita in un attacco contro una stazione di servizio ad Al-Mawasi.

L’indignazione della Francia

La Francia esprime ”la propria indignazione in seguito ai raid israeliani che hanno colpito, il 14 e 15 luglio, una scuola dell’Unrwa e il campo di Al-Maghazi, che ospitava degli sfollati”: è quanto si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri di Parigi, in cui si sottolinea che ”i raid di questi ultimi giorni, con circa un centinaio di morti, appesantiscono il bilancio umano catastrofico tra la popolazione civile palestinese a Gaza”. La Francia, si prosegue nel comunicato trasmesso dal Quai d’Orsay, ”ricorda l’imperativo del rispetto del diritto internazionale umanitario che si impone ad Israele”. “Dinanzi all’emergenza umanitaria che prevale a Gaza – conclude la diplomazia d’Oltralpe – la Francia ribadisce il suo appello al cessate il fuoco immediato e alla liberazione senza attendere di tutti gli ostaggi”.

Proteste liberazione ostaggi

L’autostrada Ayalon di Tel Aviv è stata bloccata dai manifestanti che chiedono un accordo per la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Alcuni dei partecipanti, molti dei quali sono familiari dei rapiti, hanno esposto uno striscione con i volti degli ostaggi e la scritta: “Chiunque li abbia abbandonati, deve restituirli”. Altre persone hanno gridato: “Fermatevi, il mondo, i nostri figli e genitori sono lì”

Ultra ortodossi contro ministri

Scontri durante la visita a Bnei Brak di due alti comandanti dell’esercito israeliano per parlare con i leader locali della leva obbligatoria degli ultraortodossi. Il capo del comando di addestramento, il generale David Zini, e il capo della divisione di pianificazione e direzione del personale, il generale di brigata Shai Taib, si sono recati ieri sera dal rabbino David Leibel, sostenitore della coscrizione militare. Uno studente della yeshivah ha individuato il veicolo degli ufficiali e ha allertato la fazione estremista di Gerusalemme: centinaia di persone si sono radunate sul posto e hanno lanciato oggetti contro i due militari, bloccando la loro auto. “Abbiamo sentito che un alto ufficiale è attualmente impegnato in una riunione decisiva a casa del rabbino Leibel. È iniziata una protesta spontanea e intensa”, si legge in un messaggio registrato diffuso ai residenti della città ultraortodossa a est di Tel Aviv. “Il loro nome marcirà, la battaglia è nostra e la salvezza è nelle mani di Dio”, si sentiva nella registrazione.

Arresti per sospetti pro Iran

Lo Shin Bet ha reso noto che tre cittadini israeliani sono stati arrestati nelle ultime due settimane perché sospettati di aver compiuto azioni contro la sicurezza nazionale d’Israele sotto la direzione di agenti dell’intelligence iraniana. Secondo l’indagine dei servizi israeliani, uno dei sospettati era in contatto su Telegram con un profilo denominato “Anna Elena”, attraverso cui gli fu chiesto di svolgere vari compiti, tra cui nascondere denaro in vari luoghi di Gerusalemme e Tel Aviv, consegnare pacchi sulla porta di casa di civili israeliani contenenti teste mozzate di animali e appiccare il fuoco a una foresta. Gli inquirenti hanno affermato che l’uomo ha accettato di svolgere le attività richieste, ad eccezione di commettere un omicidio e di appiccare l’incendio boschivo. Sarebbe poi stato pagato in criptovaluta e avrebbe reclutato altri due israeliani per aiutarlo.

Ritiro Gaza governo in crisi

La ministra israeliana per le Missioni nazionali ed esponente dell’estrema destra Orit Strock ha avvertito che in caso di ritiro delle truppe da Gaza e dalla zona al confine con l’Egitto, il governo cadrà. “Se ci portano fuori dalla strada Netzarim (a Gaza), dal corridoio Philadelphia… non rimarremo nel governo. Il governo sarà smantellato”, ha affermato durante una visita a Kerem Shalom, al confine con la Striscia, ripresa dall’emittente Channel 12. Il tema è “sul tavolo del primo ministro, e lui lo sa molto bene”.

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Redazione

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