domenica, 8 Settembre, 2024
Economia

Confindustria: “Crescita lenta del Pil in Italia”

Secondo la congiuntura flash del Centro Studi l’industria è in difficoltà

Una crescita al di sotto delle aspettative, lenta e con prospettive fiacche. Questo il quadro delineato dalla Congiuntura flash di luglio 2024 del Centro Studi di Confindustria, con una sintesi che vede il Pil che sale di poco, un’industria debole, il settore dei servizi che rallenta e l’export che non riesce a decollare. Nel secondo trimestre del 2024, fa sapere il Centro Studi, il settore dei servizi ha rallentato, pur mantenendo una crescita positiva. L’industria continua a mostrare segnali di debolezza, nonostante un recupero a maggio. I consumi mostrano segnali favorevoli, mentre investimenti ed export tengono, ma non spingono la crescita. Il recente taglio dei tassi della Bce non ha ancora avuto effetti tangibili sui tassi per famiglie e imprese. L’inflazione elevata in Eurozona e Usa rallenta ulteriormente la discesa dei tassi d’interesse. Il prezzo del petrolio è in aumento.

Per quanto riguarda l’inflazione, lo studio afferma che “in Italia è bassa e stabile (+0,8% annuo a giugno), con i prezzi core scesi per la prima volta sotto la soglia Bce (+1,9%). Nell’Eurozona, invece, l’inflazione totale è alta, scesa solo di un decimo a +2,5% (da +2,6% a maggio) e la core è ferma al +2,9%. Il divario Eurozona-Italia nella dinamica di fondo dei prezzi è salito quindi a un punto: ciò determina un tasso reale più alto nel nostro Paese. L’inflazione è ancora più alta negli USA: +3,3% annuo a maggio”.

Industria, servizi ed export

Lo studio rivela poli una situazione delicata per il settore industriale dei servizi e dell’export. “Nel secondo trimestre 2024 i servizi hanno frenato pur restando in crescita. L’industria prosegue il calo (nonostante il recupero di maggio) e con prospettive fiacche. Buoni segnali per i consumi; investimenti ed export tengono ma non trascinano. Il timido taglio Bce ancora non si legge nei tassi per famiglie e imprese. L’inflazione ancora alta in Eurozona e negli Usa rallenta la discesa dei tassi. Sale il prezzo del petrolio”.

Restando al comparto industriale, nel flash si legge che “il fatturato dell’industria ha recuperato in aprile (+0,8% in volume), ma Rtt anticipa lieve flessione a maggio (-0,4%). La produzione, dopo 4 mesi in calo, è risalita solo di +0,5% a maggio: -1,0% acquisito nel 2°. Fiacche le prospettive: a giugno, l’Hcob Pmi è rimasto quasi fermo su valori recessivi (45,7 da 45,6), la fiducia delle imprese continua a oscillare su bassi livelli, l’indagine Csc su grandi imprese mostra un aumento dei rischi di peggioramento nelle stime sulla produzione”.

Per i servizi “dopo il rimbalzo del fatturato Istat in aprile, l’Rtt per i servizi (CSC-TeamSystem) ha segnalato una flessione nel settore a maggio. E a giugno il PMI ha continuato a ridursi (53,7 da 54,2), pur rimanendo in zona espansiva, mentre la fiducia delle imprese è scesa ininterrottamente da aprile a giugno. Nel 2° trimestre, dunque, i servizi potrebbero aver rallentato (dopo il +0,3% nel 1°)”.

Investimenti

Bene, invece, il fronte degli investimenti, che vede la Penisola tra le migliori dell’Ue. “Il totale degli investimenti in Italia – afferma il Centro Studi di Confindustria – ha registrato una buona crescita anche nel 1° trimestre 2024 (+0,5%), proseguendo l’espansione degli ultimi anni. Il confronto con gli andamenti negli altri paesi europei mostra che gli investimenti sono cresciuti in Italia a inizio 2024 ma non nella media dell’Eurozona (-1,5%, con +1,2% in Germania, ma -0,4% in Francia). E che in Italia sono cresciuti complessivamente molto di più rispetto ai valori pre-Covid: +30,7% cumulato dal 4° 2019, rispetto a +1,8% in Francia e addirittura -3,9% in Germania e -2,2% in Spagna, dove quindi gli investimenti restano sotto i valori pre-pandemia. Rispetto alla media Eurozona, in Italia sono cresciuti del 35,6% in più in questi 4 anni” anche se, secondo la Banca d’Italia “le condizioni per investire nel 2° trimestre continuano a migliorare, pur restando negative (-6,5 il saldo, per tutti i settori, da un minimo di -31,1 nel 3° 2023); e le imprese vedono una spesa per investimenti in aumento nella seconda metà del 2024 (+17,8 il saldo, da +11,6). Tuttavia, gli ordini delle imprese nel settore dei beni strumentali si stanno progressivamente riducendo (-20 il saldo a giugno), segno che la domanda di macchine e apparecchiature è debole, sia dall’interno che dall’estero. Dunque, i prossimi trimestri dovrebbero registrare una frenata degli investimenti”.

Rimanendo al comparto degli investimenti, Confindustria ha tenuto a sottolineare che ben oltre la metà di quelli fissi “sono realizzati dalle imprese private (57,9% nel 2023 in Italia, dati di contabilità nazionale), ma non tutti. Un’ampia quota è realizzata dalle famiglie (27,0%) e si tratta sostanzialmente di investimenti in abitazioni. E la parte restante dal settore pubblico (15,1%), per lo più in fabbricati non residenziali. Le varie parti dell’aggregato degli investimenti fissi, perciò, rispondono a logiche e a determinanti piuttosto diverse, a seconda del settore che le realizza” concludendo col dire che “è utile esaminare le traiettorie delle singole componenti degli investimenti in Italia”.

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