domenica, 7 Luglio, 2024
Esteri

Israele riprende i negoziati per la tregua. Ma Hamas parla con troppe voci

Via libera della Camera per il riconoscimento dello Stato di Palestina

Jihad Taha, uno dei tanti portavoce di Hamas, afferma che il gruppo palestinese sta “gestendo positivamente” gli sforzi egiziani e del Qatar per concludere un accordo di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza. Lo riporta il quotidiano londinese di proprietà del Qatar, “Al-Araby Al-Jadeed”. “Queste discussioni e idee servono alle questioni nazionali del nostro popolo, che è sottoposto alle più orribili forme di genocidio da parte dell’occupazione israeliana, che continua a praticare una politica di evasione e procrastinazione”. Mentre il portale libanese Al Mayadeen, considerato vicino a Hezbollah, riporta che per Hamas le nuove proposte non inciderebbero sulle “questioni essenziali” dell’intesa. Oltre a insistere su tregua permanente, ritiro dell’Idf e ritorno degli sfollati nelle loro case, Hamas si rifiuterebbe di riconoscere un diritto di veto a Israele sui prigionieri palestinesi da rilasciare dopo l’entrata in vigore dell’accordo. Israele, nel frattempo, ha dichiarato di aver ricevuto la risposta di Hamas all’ultimo accordo di tregua sugli ostaggi e valuterà il documento prima di rispondere. Insomma dopo 8 mesi dall’inizio delle ostilità sembra che qualche tassello si sia composto, tanto che il premier Benyamin Netanyahu ha approvato la ripresa dei colloqui sulla tregua.

Cauto ottimismo sull’accordo

Il premier israeliano ha anche convocato il Gabinetto di guerra, ma ha comunque “sottolineato, ancora una volta, che la guerra finirà solo dopo aver raggiunto tutti i suoi obiettivi, e non un attimo prima”. E che Hamas non richiederà più il completo ritiro israeliano nella prima fase del cessate il fuoco e dello scambio di prigionieri, che durerà sei settimane. L’accordo che si sta delineando preserva infatti per Israele la possibilità di tornare in guerra, qualora nella prima fase non si raggiungano accordi sulla seconda fase. In israele c’è un cauto ottimismo sulla possibilità di raggiungere un accordo con Hamas sulla tregua e il rilascio degli ostaggi e si ritiene che l’intesa possa essere raggiunta in 2 o 3 settimane, anche se la prudenza è d’obbligo. Probabilmente entrambe le parti stanno attendendo le presidenziali statunitensi per stabilire successivamente quali strade percorrere in base a chi sarà il capo della Casa Bianca per i prossimi cinque anni.

Scambio di fuoco

Sul terreno proseguono gli scambi di fuoco tra Hezbollah e Israele nel contesto di una nuova escalation militare dopo l’uccisione di un comandante militare di Hezbollah. Incendi sono divampati in numerose località del nord dopo il massiccio lancio di razzi e di droni da parte degli Hezbollah in Libano. Secondo i media, i pompieri sono all’opera in almeno dieci luoghi della Galilea e della alture del Golan. L’artiglieria israeliana ha colpito Naqura, nella regione di Tiro. Nella stessa regione, sono stati osservati continui sorvoli di jet militari israeliani che hanno rotto il muro del suono. Nel frattempo Hezbollah ha rivendicato due nuovi attacchi, come rappresaglia all’uccisione del comandante militareHajj Abu Naame: si tratta di raid contro caserme e postazioni militari israeliane lungo la linea blu di demarcazione tra i due paesi, di fronte alle località libanesi di Aita Shaab, Blida e Markaba.

Erdogan: mobilitare mondo islamico

Il mondo islamico dovrebbe adottare immediatamente iniziative e lavorare assieme per fermare Israele: lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, durante un incontro con l’emiro del Qatar, Tamim BinHamad Al Thani, nella capitale del Kazakhstan, Astana, in occasione del vertice dell’ Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. Il rischio che la guerra tra Russia e ucraina e gli attacchi di Israele contro la Palestina si allarghino, ha affermato Erdogan durante l’incontro con Xi Jinping, aggiungendo che la comunità internazionale dovrebbe prendere iniziative efficaci per impedire che questo accada. “Israele – ha sottolineato Erdogan – deve essere fermato e costretto ad accettare un cessate il fuoco permanente e per questo la pressione sull’amministrazione israeliana deve continuare e aumentare”.

Lo Stato di Palestina

Via libera dell’aula della Camera alla mozione della maggioranza sulle iniziative volte al riconoscimento dello Stato di Palestina. Il governo italiano aveva dato parere favorevole e il voto è avvenuto per parti separate. La mozione impegna il governo “a continuare a profondere ogni sforzo diplomatico per sostenere l’attuazione del piano di pace nei termini previsti dalla risoluzione n. 2735 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”; “a continuare a operare, anche attraverso l’iniziativa ‘Food for Gaza’, affinché venga assicurata la costante e continua fornitura di aiuti umanitari alla popolazione civile della Striscia di Gaza”; “a collaborare con gli altri partner internazionali per coordinare e promuovere iniziative per una pace negoziata e duratura tra Israele e Palestina”; “a sostenere nelle opportune sedi europee e internazionali iniziative finalizzate al riconoscimento dello Stato di Palestina nel quadro di una soluzione negoziata fondata sulla coesistenza di due Stati sovrani e democratici, che possano riconoscersi reciprocamente e vivere fianco a fianco in pace e sicurezza”.

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