giovedì, 19 Dicembre, 2024
Società

Estorsioni e reati elettorali: 14 misure cautelari in Calabria

In un’importante operazione antimafia, i Carabinieri del ROS, insieme ai Militari del Comando provinciale di Reggio Calabria e dello Squadrone eliportato “Cacciatori” Calabria, hanno eseguito 14 misure cautelari.

Gli indagati sono accusati di vari reati, tra cui associazione di tipo mafioso, reati elettorali, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e falsità materiale e ideologica commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici. Le misure cautelari includono 7 detenzioni in carcere, 4 arresti domiciliari e 3 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. I provvedimenti sono stati emessi dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura.

Coinvolta la cosca Araniti

Le indagini, condotte dal ROS sotto la direzione della Procura di Reggio Calabria, hanno focalizzato l’attenzione sulla cosca “Araniti”, dominante nel territorio di Sambatello. Le investigazioni hanno permesso di delineare la struttura della cosca, le sue attività estorsive nei confronti di appalti pubblici, l’ingerenza nella gestione della discarica di “Sambatello” e i legami con altre consorterie criminali attive in territori confinanti.

Le investigazioni, iniziate nel 2019, hanno rivelato elementi indicativi del condizionamento delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria (nel 2020 e nel 2021) e del Consiglio Comunale di Reggio Calabria (nel 2020). Nel dettaglio, uno degli indagati, legato da vincoli di parentela a un esponente di spicco della cosca Araniti, avrebbe alterato le operazioni di voto per sostenere i candidati di interesse, con la complicità di scrutatori compiacenti. Dopo i risultati elettorali positivi, l’indagato avrebbe ottenuto nomine in enti pubblici o come professionista esterno dai politici eletti.

La Procura ha richiesto l’applicazione di misure cautelari per il reato di scambio elettorale politico-mafioso, non solo nei confronti di soggetti legati alle articolazioni mafiose, ma anche di un Consigliere della Regione Calabria e di un Consigliere del Comune di Reggio Calabria. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria ha rigettato la richiesta cautelare; l’Ufficio della Procura proporrà appello contro questo provvedimento.

 

 

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