martedì, 3 Dicembre, 2024
Europa

Biden e Macron: controlliamo l’escalation, ma si parla di nuove armi nucleari

Kyiv Independent; In Ucraina aumentati del 30% le morti di civili. In Russia assistiti oltre 1 milione di veterani

Alle dichiarazioni degli ultimi giorni di campagna elettorale europea, coincidenti con le commemorazioni per l’80esimo anniversario del D-Day corrispondono gli inesorabili attacchi via terra e via aerea delle forze russe e di quelle ucraine. Mentre da Parigi Biden e Macron hanno dichiarato che non lasceranno mai sola l’Ucraina e che si è in grado di controllare l’escalation, Putin ha parlato di uso dell’atomica. Ieri sul campo di battagli, per la prima volta, le forze armate ucraine hanno colpito, con armi occidentali, l’aeroporto militare in Ossezia del nord, territorio russo, a quasi 1000 chilometri dal fronte. “Si tratta di un lavoro pianificato dall’intelligence ucraina e di un’applicazione di successo di mezzi nazionali migliorati”, ha confermato il ministero della Difesa di Kiev, che ritiene di poter constatare che la forza di penetrazione russa “ha perso forza”. Fonti russe, infatti, hanno riferito che gli attacchi ucraini hanno provocato la morte di almeno 27 persone e un altro raid ucraino nella piccola città di Sadove ha ucciso altre 22 persone e ferite una quindicina. Una guerra che sta evolvendo e dove a morire sono sempre più civili inermi.

Morte di tanti civili

L’Ucraina, ad esempio, ha registrato un aumento del 31% delle morti di civili nel mese di maggio e il più alto numero di vittime civili dal giugno 2023. Lo riporta il sito Kyiv Independent. Il mese scorso il bilancio delle vittime civili in Ucraina è salito a 174, il livello più alto in quasi un anno, a causa dell’intensificarsi degli attacchi missilistici e dinamitardi contro i centri abitati.” “La ragione principale dell’alto numero di vittime civili è l’uso di bombe e missili sganciati dall’aria in aree popolate come le comunità vicine alla linea del fronte e la città di Kharkiv”. Mentre in Russia la Fondazione “Difensori della patria” ha reso noto che finora sono stati accolte oltre un milione di richieste (1.135.000) da parte di veterani che hanno bisogno di assistenza medica e psicologica.

Il “New Start” in discussione?

Guerra condotta con armi sofisticate, droni, esplosivi a controllo remoto che sembra considerare la morte dei civili solo come effetto collaterale. E negli Stati Uniti, all’incontro annuale della Arms Control Association, Pranay Vaddi, direttore senior del Consiglio di sicurezza nazionale, ha dichiarato che “in assenza di un cambiamento nella traiettoria dell’arsenale avversario, nei prossimi anni potremmo raggiungere un punto in cui sarà necessario un aumento rispetto all’attuale numero di unità schierate, e dobbiamo essere pienamente preparati ad eseguirlo se il Presidente prenderà questa decisione”. Insomma, la spinta a spostare notevoli risorse di denaro pubblico verso gli armamenti non si ferma. Il rifiuto della Russia di negoziare un accordo sul controllo degli armamenti nucleari successivo a quello attuale – il New Start che scade nel 2026 e limita ciascun paese a 1.550 armi nucleari strategiche dispiegate – ha “gettato un’ombra” sulle questioni diplomatiche, ha spiegato Vaddi, che tra l’altro ritiene lo sviluppo della bomba a gravità B61-13 – arma nucleare destinata ad essere utilizzata contro obiettivi militari rinforzati di grandi dimensioni – un esempio di progetto da perseguire. Su questo tema è intervenuta la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che invece ha ribadito che le linee del dialogo restano aperte, ma risponderà di conseguenza se gli Stati Uniti dispiegheranno più armi nucleari strategiche. “Non abbiamo mai rifiutato il dialogo o interrotto” ha detto la portavoce della diplomazia russa.

Putin e l’atomica

Sull’uso dell’atomica si era espresso nei giorni scorsi il Presidente Putin secondo il quale se lanciata “permetterebbe alla Russia di vincere più velocemente”, ma poi ha aggiunto “non abbiamo bisogno delle armi nucleari per la vittoria finale”. Putin ha anche detto che non ritiene che sussistano le ragioni per l’uso delle armi nucleari, come previsto dalla dottrina nucleare, ma non esclude che si possano introdurre modifiche al documento. “Abbiamo una dottrina nucleare. Lì è scritto tutto. Le armi nucleari potrebbero essere utilizzate in casi eccezionali, in caso di minaccia alla sovranità e all’integrità territoriale del Paese. Non credo che si questo il caso e quindi non ce n’è bisogno”.

Biden: Europa minacciata

Il Presidente Biden, invece, ritiene che “Putin non si fermerà all’Ucraina… tutta l’Europa è minacciata” e gli americani non permetteranno che ciò accada. Lo ha detto durante una conferenza stampa all’Eliseo durante la visita in Francia per l’ottantesimo del D-Day, assieme a Macron che ha firmato nuovi accordi bilaterali con l’Ucraina, come il fondo di sostegno di 200 milioni di euro destinato alle imprese francesi che vogliano esportare o investire nella ricostruzione delle infrastrutture energetiche. E il gruppo di armamenti franco-tedesco Knds ha firmato, sempre all’Eliseo, alla presenza di Zelensky, un’intesa per la creazione di una sua filiale in Ucraina. Knds costruirà direttamente sul suolo ucraino armi e munizioni. Affari di guerra che Macron ha sottolineato frutto di amicizia con l’Ucraina “che può contare sull’aiuto della Francia per tutto il tempo che sarà necessario.” Macron durante la conferenza assieme a Zelensky ha però chiarito che la Francia “non è in guerra con la Russia” ed è in grado “di mantenere il controllo dell’escalation”.

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