Una giuria di San Francisco ha assolto Mike Lynch, fondatore di Autonomy, dalle accuse di frode, segnando una vittoria significativa per l’imprenditore dopo la controversa vendita della sua azienda a Hewlett-Packard per 11 miliardi di dollari nel 2011. Lynch è stato assolto da tutte e 15 le accuse. Assolto anche Stephen Chamberlain, ex dirigente finanziario di Autonomy. Il processo, nel quale i pubblici ministeri sostenevano che Lynch e Chamberlain avessero gonfiato le entrate di Autonomy, è stato l’ultimo capitolo di una lunga saga legale scaturita dal fallimento dell’accordo.
Il processo
La vendita di Autonomy rappresentava uno dei più grandi affari tecnologici del Regno Unito, ma si rivelò un disastro, con HP che svalutò il valore di Autonomy di 8,8 miliardi di dollari in un anno. Durante il processo, durato tre mesi, la giuria ha ascoltato oltre 30 testimoni, inclusi Leo Apotheker, ex CEO di HP. Lynch ha sempre negato ogni illecito, attribuendo il fallimento dell’integrazione delle due società a HP. I procuratori sostenevano che Lynch e Chamberlain avessero manipolato le finanze di Autonomy con accordi retrodatati e pratiche di “andata e ritorno” per fornire denaro ai clienti con contratti falsi. Il team legale di Lynch ha controbattuto che HP fosse così ansiosa di acquisire Autonomy da trascurare la due diligence. Lynch ha dichiarato di essersi concentrato sulle questioni tecnologiche, lasciando le questioni finanziarie a Sushovan Hussain, l’allora capo finanziario di Autonomy. Hussain è stato condannato nel 2018 per accuse relative all’accordo con HP e rilasciato dalla prigione a gennaio dopo aver scontato cinque anni. L’acquisizione di Autonomy avrebbe dovuto rafforzare il business software di HP, ma ha invece portato a una serie di battaglie legali. HP ha vinto una causa civile contro Lynch e Hussain a Londra nel 2022 e sta cercando 4 miliardi di dollari in danni.