mercoledì, 20 Novembre, 2024
Economia

Robiglio: “Patto governo banche per assicurare soldi alle imprese”

Liquidità. Al più presto, con un patto governo, banche e imprese. Lo Stato garantisce, le banche erogano a fronte di una semplice domanda, le aziende hanno le risorse per restare in piedi e mantenere i posti di lavoro, a fronte di una domanda crollata se non addirittura a zero.

Così ha sottolineato Carlo Robiglio che ha lanciato la proposta sul con una lettera pubblicata sul quotidiano il Sole 24 ore. Il presidente della Piccola Industria ha indicato anche un ordine di grandezza temporale e quantitativa: l’equivalente di almeno tre mesi di fatturato mancante, con denaro a costo zero, da restituire in 30 anni, prendendo a riferimento lo stesso periodo 2019.

Secondo Robiglio è necessario avere un supporto da parte del governo, sia per questa fase di emergenza, sia per il futuro. Dai segnali che arrivano dal territorio le piccole e medie imprese italiane sono in una situazione drammatica. Per questo la Piccola ha messo a punto un documento inviato al presidente Vincenzo Boccia, concentrato su come affrontare questa prima fase, in cui si parla di liquidità e di sospendere i pagamenti fiscali nazionali e locali fino alla fine dell’anno.

Pensando al futuro nel giro di qualche settimana la Piccola preparerà un altro dossier, Riparti Italia, per individuare le misure necessarie per rafforzare la ripresa, focalizzato su due aspetti prioritari: far crescere le imprese, favorendo aggregazioni e una maggiore patrimonializzazione delle pmi, ridurre drasticamente il cuneo fiscale e aumentare le competenze,incentivando l’ingresso di manager in tutte le funzioni, dalla finanza all’export al commerciale.

Crescita, competenza e competitività, sono per Robiglio le parole chiave del futuro, dopo che sarà passata la fase di emergenza.

E il presidente della Piccola condivide la lettera-appello pubblicata ieri sul Sole 24 ore di 150 accademici su come affrontare l’uscita dall’emergenza Covid 19: è imprescindibile il ricorso a strumenti legati all’intelligenza artificiale per mappare e contenere al meglio il diffondersi del virus tra la popolazione, al fine di riavviare il prima possibile le attività produttive che viceversa rischiano il blocco totale.

Nell’immediato senza liquidità la situazione delle pmi può rapidamente degenerare. Molte pmi sono ancora sottocapitalizzate e troppo dipendenti dal credito bancario a breve. A causa del Covid 19 si sta bloccando il meccanismo virtuoso del circolante. Non si fattura, non ci sono incassi, si fermano i pagamenti. Giusta, secondo Robiglio,  la lettera del presidente Boccia agli associati, con il richiamo al dovere dell’etica e della responsabilità sociale e la sollecitazione a pagare clienti e fornitori. Importante anche  l’accordo Abi-Inps, per cui sono le banche ad anticipare la cassa integrazione. Ma bisognerebbe intervenire anche sul versante fisco, sospendendo tutti gli adempimenti, nazionali e locali, fino alla fine dell’anno.

La preoccupazione principale è non distruggere il patrimonio imprenditoriale, di conseguenza, i posti di lavoro, con pesanti ricadute sociali. La salute è prioritaria, ci tiene a sottolineare Robiglio: è questo l’impegno delle imprese, rispettare la sicurezza nei luoghi di lavoro. È stato offensivo per noi imprenditori essere bollati come quelli che mettono davanti il profitto: niente di più falso, siamo i primi a sostenere che chi non può rispettare le regole di sicurezza deve chiudere. Ma ci teniamo anche a mantenere in piedi le aziende, in quanto protagoniste di quell’ecosistema che genera lavoro. Il paese non può vivere di sola cassa integrazione. Senza dimenticare che la Piccola industria collabora da tempo con la Protezione civile attraverso il programma PGE (Programma gestione emergenze).

Per le pmi, comunque, oggi più che mai l’imperativo è crescere. Per crescere serve unirsi, con fusioni, reti, accordi di filiera. Rafforzare il patrimonio, realizzare la trasformazione digitale. Occorrono competenze, inserendo manager. Operazioni che costano a che vanno favorite con incentivi. Così come va favorito l’ingresso dei giovani, con un taglio al cuneo fiscale.

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