‘San Giovanni Evangelista’, il dipinto ovale olio su tela di scuola bolognese del 1600 attribuito a Girolamo Negri detto “Il Boccia” è stato ritrovato dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bologna nell’aprile del 2023 in ottimo stato. Restituito Lunedì 3 giugno 2024 ad Asp Città di Bologna, sarà esposto alla Quadreria in via Marsala. Il dipinto fu trafugato dal Santuario di Santa Maria del Baraccano a Bologna nella notte del 29 novembre del 1975.
La cerimonia di restituzione dell’opera si è svolta nella Quadreria di Asp alla presenza di Elena di Gioia, delegata alla Cultura del Comune di Bologna, della Soprintendenza archeologica delle Belle Arti e di Milena Naldi, storica dell’Arte dell’Arcidiocesi di Bologna che ha contribuito all’autenticazione del quadro. “Chiunque potrà rivederlo e credo sia un bel regalo alla città”, commenta Stefano Brugnara, amministratrice unica Asp, mentre i Carabinieri ricordano che non bisogna mai perdere la speranza di ritrovare un’opera d’Arte rubata, anche tanti anni fa, se si ha a disposizione un’immagine per il confronto in banca dati.
Le operazioni di recupero
Il ritrovamento è avvenuto infatti dopo una serie di controlli eseguiti dai carabinieri del nucleo patrimonio culturale nel monitorare le vendite sul mercato antiquario attraverso siti, case d’asta e e-commerce più in generale. Più in dettaglio, è stato fondamentale il confronto tra la foto inserita nel 1975 nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti e l’immagine del dipinto vero e proprio trovato nella casa d’aste e di conseguenza le ricerche eseguite attraverso la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Bologna e gli studi fatti dall’ufficio beni culturali della Diocesi di Bologna.
“Proprio una vendita in una casa d’aste di Milano – ha spiegato il tenente colonnello Giuseppe De Gori, comandante del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bologna – ci ha portati alla scoperta e al recupero del dipinto, un’operazione alquanto difficoltosa poiché’, nel frattempo, l’opera era già stata venduta ad un ignaro acquirente in buona fede e affidata a due restauratori, per operare sia sulla tela che sulla cornice. Posta l’attenzione dell’autorità giudiziaria di Milano, si è proceduto al sequestro del dipinto” “è già dal 1969 che si catalogano i beni rubati con immagini fotografiche, all’epoca in bianco e nero, poi trasferite nella banca dati istituita con l’avvento dei primi computer dagli anni’90 e regolati grazie a un decreto legislativo del 2004 – ha spiegato il tenente colonnello De Gori -. Un sistema informatico che ora ci consente di fare ricerche anche per immagini e quindi, avendo una buona fotografia dell’opera da ricercare, di portare a termine buoni risultati”.