Com’era prevedibile, di tutto si parla in questa campagna elettorale fuorché di quale Europa i vari partiti vogliono proporre ai cittadini per chiedere il loro voto. I temi di politica interna prevalgono abbondantemente rispetto a quelli europei. Si parla di alchimie improbabili per la formazione della maggioranza nell’ europarlamento, c ‘è il solito toto nomine per la guida della Commissione. E nient’altro.
I più disorientati da questo modo di condurre la campagna elettorale sono i giovani. A differenza delle altre generazioni, quelli nati in questo secolo respirano da sempre aria europea, non hanno conosciuto nè la lira nè l’uso del passaporto per girare in Europa, sono in contatto con amici e colleghi studenti europei, hanno trascorso o trascorreranno i mesi del programma Erasmus in uno dei 27 membri dell’Unione. Per questi giovani l’orizzonte europeo è un paradigma imprescindibile. Ma vorrebbero capire meglio quale modello di Europa possa aiutarli a vivere meglio.
Proviamo a descriverla al di fuori degli schematismi dei partiti.
Serve un’ Europa più sicura che non debba temere minacce nè per il suo territorio nè per la sua democrazia. La difesa comune costa meno della difesa affidata ai singoli Paesi.
Serve un’ Europa coraggiosa nella crescita e non solo severa nel tenere conti in ordine. Per farlo deve avere una politica industriale comune che crei dei “campioni” europei in settori strategici capaci di competere a testa alta con gli altri “imperi” economici. Ma occorre anche una politica fiscale comune che metta tutti i Paesi membri in condizione di poter migliorare ,alla pari, efficienza e produttività.
Serve un’ Europa più giusta socialmente e quindi con programmi che combattano la povertà e le emarginazioni.
Serve un’ Europa dei popoli e non delle burocrazie, con poche regole chiare e rispettosa di alcune peculiarità nazionali.
Infine serve un’ Europa delle libertà e della partecipazione democratica, perchè il sogno europeo è nato dopo la tragedia delle dittature che hanno portato alla Seconda guerra mondiale.
Un ‘Europa con queste caratteristiche è amica dei popoli e soprattutto dei giovani e può rappresentare il centro di gravità che stabilizza un mondo allo sbando.