domenica, 7 Luglio, 2024
Società

Confcommercio: l’illegalità costa alle imprese oltre 38 miliardi

Indagine Format Research 2023

Nel corso dell’undicesima edizione di “Legalità, ci piace!”, la Giornata nazionale ideata da Confcommercio per promuovere la cultura della legalità, sono stati presentati i risultati di un’indagine Confcommercio-Format Research: nel 2023 l’illegalità è costata alle imprese 38,6 miliardi di euro, ha messo a rischio 268mila posti di lavoro regolari, e più di un imprenditore su tre teme il rischio di essere esposto a fenomeni criminali. Sono intervenuti, insieme al presidente della Confederazione Carlo Sangalli, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il Sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, la Vice Presidente di Confcommercio con incarico per la Legalità e la Sicurezza, Patrizia Di Dio, il Comandante Unità Speciali della Guardia di Finanza, Rosario Massino.

I costi dell’illegalità

In dettaglio, l’abusivismo commerciale costa 10,4 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 7,5 miliardi, la contraffazione per 4,8 miliardi, il taccheggio per 5,2 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6,9 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 3,8 miliardi (stime Ufficio Studi Confcommercio). L’usura resta il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 24,4%), un timore più elevato al Sud (25,6%); ma solo il 62,1% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia di fronte all’usura e al racket, mentre il 27,1% dichiara che non saprebbe cosa fare. Oltre sei imprese su dieci (il 62,8%) si ritengono penalizzate dall’abusivismo e dalla contraffazione. I furti sono il crimine che preoccupa di più (per il 30,4%) e tuttavia rappresentano un fenomeno in aumento percepito per il 23,5% dei commercianti, seguito da aggressioni e violenze (in aumento secondo il 21,3%), e atti di vandalismo (21,1%). Concorrenza sleale (per il 59,9%) e riduzione dei ricavi (per il 29,1%) sono gli effetti più pesanti. Un consumatore su quattro infatti (il 24,2%) ha acquistato un prodotto contraffatto o un servizio illegale nel 2023, soprattutto per ragioni economiche, credendo di risparmiare (per il 71,3%) nonostante si sia coscienti del rischio di incorrere in sanzioni amministrative (per il 65,5%). Il 74,4%, d’altronde, ritiene la pratica non solo utile per chi è in difficoltà economiche, ma anche normale. La maggior parte dei consumatori (il 70,6%) ha utilizzato l’online e circa la metà (il 45,6%) ha effettuato acquisti esclusivamente online. I prodotti contraffatti più acquistati sono i capi di abbigliamento (64,1%), pelletteria (32,4%) e calzature (31%). L’86,4% dei prodotti di intrattenimento (dalla musica ai film), il 65,9% dei prodotti di elettronica, il 59,5% dei profumi e cosmetici e il 58,6% dei parafarmaci passa dagli acquisti online. Nonostante questo, il 66,4% dei consumatori ritiene che sui canali di vendita online sia più facile cadere nell’acquisto di articoli contraffatti credendo siano originali, come è capitato al 21,5% degli intervistati.

Sangalli: combattere le solitudini

Il presidente di Cofcommercio, Carlo Sangalli, ha commentato: “Legalità e sicurezza sono un tema dove si misura la tenuta delle comunità e che non trovano mai soluzioni efficaci nelle solitudini. Proprio questa Giornata di Confcommercio è fatta quindi per respingere la solitudine degli imprenditori di fronte a fenomeni che talvolta sembrano sempre più grandi di loro, ma che li coinvolgono fin nel più piccolo aspetto della loro esistenza. Quest’anno ci siamo dedicati, come potete vedere dai dati, prevalentemente a due grandi tipologie di reato. Da una parte mi riferisco a reati come usura, estorsioni, rapine, reati violenti, che gli imprenditori subiscono e temono apertamente, anche se in alcuni casi faticano per paura nel denunciare. Dall’altra parte, ci sono invece i reati come contraffazione e abusivismo, che potremmo definire ‘bianchi’ perché hanno un percepito di minor violenza e sono veicolati in modo più o meno consapevole dalle stesse scelte dei consumatori”. “Eppure, queste due tipologie di reato, che a prima vista tanto sembrano distanti, hanno in comune molto più di quanto possa sembrare. Innanzitutto, tutti questi reati costano tantissimo alla nostra economia e alla sua potenzialità di crescita. Ricordo che nel 2023 l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 38,6 miliardi di euro e ha messo a rischio 268mila posti di lavoro regolari. E sia i reati violenti che quelli che ho definito ‘bianchi’ alimentano, e sono alimentati, in ugual misura da un, lo definisco così, allentamento del ‘patto sociale’ e da un parallelo avanzare della criminalità organizzata. Dietro ai prodotti contraffatti e all’abusivismo di frequente, per non dire quasi sempre, c’è infatti il racket della criminalità organizzata. Quindi – ha concluso Sangalli – se sul pubblico fanno più notizia estorsioni e rapine e agli imprenditori fanno più paura i furti (lo dicono i dati), in realtà contraffazione e abusivismo non sono meno dannosi per tutti. Tutti questi reati, nessuno escluso, alimentano l’insicurezza e deteriorano il nostro vivere insieme. Esiste, tuttavia, una grande arma che contrasta tutti questi reati, nessuno escluso. L’arma è investire nella cultura della legalità”

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