Qualità dell’aria in peggioramento, soprattutto al Nord e nelle città. Questo il quadro generale che si evince dal report dell’Istat dal titolo ‘Ambiente urbano’, pubblicato ieri, con riferimento all’anno 2022. Il peggioramento delle condizioni dovute soprattutto all’inquinamento, si evince nel 75% dei Comuni italiani, dove c’è stato un aumento dell’ozono e delle PM10. A registrare aumenti pericolosi per la salute, superando i limiti imposto dall’OMS, sono il 75% dei capoluoghi per quanto riguarda le PM2.5, e il 60% per le PM10. Nel 2022 a superare i limiti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’80% dei capoluoghi italiani. Situazione allarmante soprattutto al Nord e nella Pianura Padana, dove, per quanto riguarda le PM2.5, tutti i capoluoghi hanno oltrepassato il limite, in alcuni casi del doppio.
Sempre sul tema inquinamento dell’aria, ma analizzando le percentuali di ozono, 64 città capoluogo hanno visto almeno 39 giorni di superamento dei margini arrivando, in 16 capoluoghi del Nord Italia, a più di 70 giorni di sforamento. Inquinamento acustico Non solo inquinamento atmosferico, ma anche acustico. Nell’analisi condotta, è evidenziato anche un incremento del 41,7% rispetto al 2021. L’aumento più consistente si ha al Nord, con un +49,4%.
Trasporti
Andando su altri punti dell’analisi dell’Istituto di statistica, cresce la rete metropolitana, nello specifico del 3,2%. Tram e filobus, invece, sono stabili. Osservando i 109 capoluoghi, 13 di loro hanno almeno una linea tram, 12 il filobus e 7 la metropolitana. Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, quest’ultima è stata adottata da 70 di queste città. Altre 19, invece, hanno aggiornato i ‘Piani urbani del traffico’. Rispetto al parco veicoli degli autobus, la maggior parte di questo (oltre il 50%) è ancora composto da ‘Euro 5’ o precedenti. Aumenta, però, il numero di veicoli a bassa emissione, composti da elettrici, ibridi o a gas, del 36%.
Restando sempre agli autobus, c’è da segnalare ancora un netto divario tra Nord e Sud della Penisola sul fronte dei servizi disponibili per la mobilità.
Piste ciclabili e micromobilità
Anche le piste ciclabili hanno visto una lieve crescita nel 2022, del 2,3%. Il totale dei chilometri è arrivato a 5.440. Anche su questo argomento, permane la differenza Nord-Sud: il 70% delle strade per ciclisti è nella parte settentrionale del Paese. A crescere anche il bike sharing. Secondo lo studio Istat, nel 2022 si è consolidato anche il reparto della micromobilità elettrica e dei servizi a essa connessi. Complessivamente, l’offerta di ‘mobilità condivisa’ è arrivata al 40,7%. Anche qui il Mezzogiorno segna un netto ritardo rispetto al Nord.
Verde urbano
Per quanto riguarda il verde urbano, le aree forestali in città sono cresciute, arrivando a 13,2 milioni di metri quadri. Le nuove misure di contenimento e assorbimento della CO2 rientrano anche negli investimenti previsti dal Pnrr come “mitigazione dell’effetto isola di calore”, sottolinea il report.
Consumi
Passando ai consumi, l’Istituto di statistica ha evidenziato, tramite lo studio, come nel 2022 siano scesi di molto quelli legati al gas naturale in 109 comuni capoluogo. Rispetto al 2021, i consumi sono calati del 6,3%. A causare la contrazione, soprattutto i prezzi della materia prima. Il Nord-Ovest, insieme alle città maggiori, registrano i consumi più alti. Ciò ha anche conseguenze sull’inquinamento, aumentando i valori di sostanze inquinanti nell’aria.
Aumentati anche il numero di impianti fotovoltaici: nel 2022, per quanto riguarda i capoluoghi, il numero di impianti è salito mediamente del 20,1%.
Rifiuti
Il tema dei rifiuti vede politiche sempre più diffuse atte a prevenire o ridurre la quantità, con una riduzione media dell’1,8% nel 2022. Alti, però, ancora gli sprechi di cibo, mentre si va meglio sulle iniziative di distribuzione di acqua potabile e riduzione d’uso di carta e plastica. Bene anche la raccolta differenziata, che ha raggiunto il 65,2%. I capoluoghi metropolitani sono un po’ meno virtuosi, con un 46,6%. Solo Cagliari è riuscito a raggiungere un ottimale 74,8%.
Acqua potabile
Infine, nello studio si legge come sia sceso anche il consumo di acqua potabile, di 27 litri pro capite, arrivando a una quota giornaliera di 236 litri d’acqua a persona. Le perdite idriche nella rete di distribuzione sono calate del 35,2%, anche se sulle Isole la percentuale è di un preoccupante 50,3%.