Steve Kramer, consulente politico, è stato incriminato nel New Hampshire per aver imitato la voce di Joe Biden attraverso un robocall. L’uomo è accusato di cinque reati, tra cui corruzione e intimidazione.
Non è chiaro come intenda difendersi dalle accuse. La chiamata automatica inviata a migliaia di elettori del New Hampshire nel mese di gennaio, prima delle primarie, utilizzava l’intelligenza artificiale per falsificare la voce di Biden e invitava gli elettori a restare a casa e “risparmiare” i voti per novembre. Si tratta del primo caso noto di “deepfake” nella politica americana, che ha suscitato un’ondata di proteste e portato la Federal Communications Commission a proporre un nuovo regolamento per vietare le robocall non richieste.
Il “deepfake”
Le autorità statali e federali hanno preso il caso molto seriamente. Il New Hampshire ha rapidamente incriminato due società di telecomunicazioni coinvolte nella distribuzione del robocall, ma i creatori della chiamata sono rimasti a lungo sconosciuti. Paul Carpenter ha ammesso, fornendo le prove, che Kramer lo ha assunto per creare l’audio di Biden. Lo stesso Kramer, consulente che lavorava per la campagna del deputato democratico Dean Phillips, sfidante di Biden, ha dichiarato di aver commissionato la chiamata per sollecitare norme più severe sui deepfake, senza preoccuparsi delle conseguenze legali. Sia Kramer che i responsabili per la campagna di Phillips hanno tuttavia negato di essere a conoscenza del robocall.
Phillips ha comunque abbandonato la candidatura presidenziale dopo le primarie del New Hampshire. Si teme che i deepfake diventino sempre più rilevanti nelle campagne politiche e nella società. Questa settimana, Scarlett Johansson ha accusato Open AI di imitare la sua voce senza autorizzazione per un nuovo prodotto. L’azienda ha negato, ma ha rimosso la voce.