venerdì, 22 Novembre, 2024
Lavoro

Previsioni dei fabbisogni occupazionali in Italia 2024-2028, lo scenario

La pubblicazione “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028)”, realizzata dal sistema di monitoraggio Unioncamere-Excelsior, delinea gli scenari futuri del mercato del lavoro in Italia. L’obiettivo è aiutare cittadini, enti di formazione e decisori a orientarsi nel mercato del lavoro del prossimo quinquennio, comprendendo quali saranno le competenze e i profili professionali più ricercati. Il rapporto fornisce una bussola per l’orientamento, la formazione e per le politiche attive del lavoro.

Le stime sul futuro.

Sulla base delle stime sul PIL, pubblicate dal Governo nella NADEF (nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) e le valutazioni dei principali istituti internazionali, il report presenta tre diversi scenari di previsione. Si stima che il mercato del lavoro italiano avrà bisogno tra 3,1 e 3,6 milioni di occupati nel prossimo quinquennio. La maggior parte di questo fabbisogno deriva dalla sostituzione dei lavoratori in uscita dal mercato del lavoro, pari a 2,9 milioni. Dal punto di vista territoriale, il Sud e Isole incontrerebbero la maggiore quota del fabbisogno (30,4%), seguite da Nord-Ovest (27,8%), Nord-Est (21,5%) e Centro Italia (20,3%). A livello regionale, la Lombardia con un fabbisogno di 669 mila occupati nello scenario positivo determinerebbe oltre il 18% dell’intero fabbisogno nazionale. Entro il 2028, la P.A. italiana necessiterà di oltre 742 mila dipendenti. Più di 60mila saranno le assunzioni derivante dall’expansion demand (prevista in base alla crescita economica) mentre il resto servirà a sostituire i pensionamenti. Le assunzioni derivate dall’expansion demand interesseranno i servizi generali e assistenza sociale obbligatoria: 47% (circa 28mila unità), l’istruzione: 33% (circa 20mila unità) e la Sanità: 21% (circa 12mila unità). L’assunzione di nuovo personale è fondamentale per l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Le dinamiche future tra competenze green e IA

In termini di profili professionali, si prevede un aumento dell’occupazione di dirigenti, specialisti e tecnici (41% del fabbisogno totale), delle professioni impiegatizie, mentre gli operai specializzati e i conduttori di impianti dovrebbero diminuire. Le competenze green e digitali saranno sempre più richieste nel prossimo quinquennio. Si stima che a più di 2,3 milioni di lavoratori saranno richieste competenze green e più di 2,1 milioni di occupati avranno bisogno di competenze digitali entro il 2028. L’Intelligenza Artificiale modificherà il mercato del lavoro, ma per il momento sembra destinata ad integrare e non a sostituire le competenze delle professioni ad alta specializzazione

I fabbisogni per indirizzi di studio

Si prevede che circa il 38% del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà professioni con una formazione terziaria (laurea, ITS Academy o AFAM), il 4% profili con un diploma liceale e il 46% personale in possesso di una formazione secondaria tecnico-professionale. In particolare nell’istruzione terziaria sarà elevato il fabbisogno di persone con un titolo in ambito STEM. Per l’insieme dei percorsi STEM potrebbero mancare tra 8mila e 17 mila giovani ogni anno. Il disallineamento tra le esigenze del sistema e le competenze disponibili rappresenta una sfida cruciale per il futuro. Si stima un minor valore aggiunto che sarà possibile produrre a causa del ritardato o mancato inserimento nelle imprese dei profili professionali necessari pari a 43,9 miliardi di euro nel 2023, corrispondente al 3,4% del valore aggiunto dei settori industriali e dei servizi.

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