“In questo momento stiamo combattendo due guerre: la prima è contro il virus, la seconda contro la recessione. Serve quindi la collaborazione responsabile di tutti”. Così il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia sull’emergenza sanitaria e sul domani dell’economia nazionale. Per il vertice degli industriali è necessario che le scelte a sostegno dell’economia, delle imprese e dei lavoratori siano rapide, incisive, e soprattutto capaci di ridare forza al sistema produttivo che altrimenti rischia di entrare in un tunnel che metterà in ginocchio l’intero Paese e con esso le famiglie.
“Il governo deve procedere a tappe veloci per mantenere in vita anche l’economia del Paese e far ripartire il sistema produttivo una volta sconfitto il virus, come stanno facendo gli altri Paesi”, ha sottolineato il presidente di Confindustria durante una intervista a “Piazzapulita”, indicando le cifre che altri Paesi europei stanno immettendo nel ciclo produttivo delle loro economie, “La Germania mette sul tavolo 150 miliardi di euro e garantisce 500 miliardi di prestito alle imprese,la Francia ne mette 45 e ne garantisce 300”.
Il problema per Vincenzo Boccia é quello della rapidità degli investimenti statali nazionali. Ogni rinvio, esitazione, stop burocratico non fa altro che danneggiare la ripresa dell’Itala.
“Bisogna fare in fretta e bisogna fare scelte politiche vere. Subito liquidità alle imprese per evitare che l’economia vada in depressione in Italia e in Europa”, scalfisce Vincenzo Boccia, “Dobbiamo cercare che la chiusura fisica di oggi delle imprese non si traduca in una chiusura definitiva domani”.
Nel frattempo si fanno i conti con gli scenari negativi, a breve tempo. I dati sono sconfortanti, proprio perché l’economia ha i suoi tempi. E Boccia cita l’ex presidente della Bce Mario Draghi, sulla rapidità degli interventi finanziari.
“Se questa situazione durasse fino a maggio”, conclude il presidente di Confindustria, “abbiamo stimato un calo del 6% del Pil. La metà del tessuto imprenditoriale italiano oggi è in crisi. Per questo, come dice Draghi, abbiamo bisogno di liquidità. Noi chiediamo”, sollecita ancora Boccia, “l’attivazione di un fondo di garanzia, affinché oggi le banche possano dare liquidità alle imprese e domani, alla fine di questo periodo di chiusura, le imprese possano ripagare tutto in 30 anni”.