La coincidenza tra elezioni del Parlamento europeo a giugno ed elezioni presidenziali americane a novembre impone alcune considerazioni. La domanda cruciale è questa: alla fine del 2024 saranno ancora gli Stati Uniti a doversi far carico del ruolo principale di baluardo della democrazia e della libertà o toccherà all’Europa prendere il testimone e diventare il principale protagonista dell’Occidente?
L’Occidente a trazione Usa
La risposta a questo interrogativo comporta scelte di portata storica. Quello che noi chiamiamo Occidente è un insieme di popoli e di Stati che, dopo la sconfitta del nazifascismo, hanno condiviso un destino comune che si è rafforzato con la debacle politica ed economica del comunismo. Questi Stati si caratterizzano per l’adesione ai valori di libertà, democrazia, economia di mercato e benessere per la stragrande maggioranza della popolazione. Il principale attore della rinascita dell’Occidente dopo la Seconda guerra mondiale è stata l’America. L’Europa si è affiancata agli Stati Uniti costruendo, senza la dovuta ambizione, una comunità che nel tempo è cresciuta e si è data anche una moneta comune. Il corollario di questa squadra dell’Occidente è la Nato che ha fornito negli anni duri della Guerra fredda un ombrello protettivo indispensabile per la sicurezza e ha scoraggiato tentativi di aggressione dell’allora Unione sovietica.
20 anni di errori
Nel corso degli ultimi 20 anni molto è cambiato. I regimi dittatoriali e autocratici hanno conquistato sempre più terreno: la Cina sul piano economico e di influenza geopolitica, la Russia su quello militare, culminato con l’aggressione all’Ucraina, l’Iran che si afferma come destabilizzatore del Medio Oriente con le sue influenze in Siria, Libano, Iraq e Yemen. A questa espansione di un mondo ostile ai nostri valori ha corrisposto una catena di errori dell’Occidente: la seconda guerra in Iraq, la fallimentare gestione ventennale dell’operazione in Afganistan, il sostegno alle cosiddette primavere arabe, la distruzione del regime di Gheddafi, l’abbandono dell’Africa alle scorribande di Russia e Cina.
La riflessione dolorosa dell’America
L’Occidente è oggi in oggettive difficoltà. Gli Stati Uniti, che vinca Biden o, peggio, Trump, sono un Paese in cerca di una nuova identità e bisognosi di riscoprire un’unità nazionale forte che sembrano aver smarrito. Ripiegata su se stessa l’America appare stanca e poco interessata a occuparsi attivamente, come fatto in passato, di ciò che succede al di fuori dei suoi confini e nel resto dell’Occidente.
Un’Europa protagonista mondiale
Toccherà quindi all’Europa alleggerire gli Usa di questa fatica e caricarsi della responsabilità storica di guidare l’alleanza delle democrazie libere. Non sarà facile, perché dentro l’Europa ci sono infiltrazioni russe preoccupanti e anche perché le tentazioni sovraniste stridono con l’ambizione che dovrebbe avere un’Europa forte , unita più che mai, coraggiosa e finalmente protagonista di una storia di pace, benessere ed equilibrio mondiale dopo i disastri del Novecento.