“In Italia sprechiamo 104.000 litri di acqua al secondo per circa 9 miliardi di litri al giorno, un dato inaccettabile, un vero crimine ambientale, ma nello stesso tempo aumentano le tariffe sia dei municipalizzati che dei privati, quasi 3 euro in media al metro cubo. Viceversa, ogni anno nel mondo muoiono otto milioni di persone a causa della siccità, delle malattie causate dalla carenza di servizi igienici e di acqua potabile”. È quanto ha detto in un incontro a Roma organizzato da Federcontribuenti con studenti del terzo anno di economia aziendale, il Presidente Marco Paccagnella, che è tornato su una vecchia battaglia della Federazione. “Le vecchie infrastrutture hanno comportato la perdita del 42% dell’acqua potabile l’anno scorso – ha rilevato Paccagnella – il che rappresenta un nuovo record negativo. Circa un quarto delle reti del Paese ha più di 50 anni e il 60% esiste da più di 30 anni. Negli ultimi anni, tuttavia, gli italiani hanno dovuto affrontare restrizioni idriche: nonostante gli sforzi per risparmiare acqua, le persone potrebbero usarne molta più di quanto pensino. In media, gli europei consumano 125 litri di acqua al giorno, mentre grazie alle tubature che perdono, gli italiani ne consumano 236 litri”. Ma ha ricordato Paccagnella “Non sono solo le perdite a costituire un problema: il 1° giugno dello scorso anno, l’Ue ha dichiarato di citare in giudizio l’Italia per non aver trattato correttamente le acque reflue urbane.
Acqua, una risorsa sprecata
Tuttavia, nel nostro Paese questa risorsa non è tutelata nel modo opportuno; anzi, viene sprecata”. Il Presidente di Federcontribuenti cita un recente report dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) che fornisce un quadro della situazione italiana a dir poco sconfortante; ”riguarda i consumi nei 109 capoluoghi di provincia e città metropolitane tra 2019 e 2021: va perduto – ha fatto presente Paccagnella – oltre un terzo dell’acqua immessa nella rete di distribuzione. In totale, nel 2022 sono andati dispersi 0,9 miliardi (900 milioni) di metri cubi, pari al 36,2% dell’acqua immessa in rete (37,3% nel 2018), con una perdita giornaliera per km di rete pari a 41 metri cubi (44 nel 2018)”. Per farsi un’idea delle proporzioni, “basti pensare che ogni anno i nostri acquedotti smarriscono tanta acqua quanto quella contenuta in 360.000 piscine olimpioniche e quasi il doppio del contenuto medio del Trasimeno, quarto tra i laghi d’Italia per estensione, dopo quello di Como, mentre, per fare un esempio di inefficienza, l’anno scorso in 11 Comuni – sempre capoluoghi di provincia e città metropolitane, tutti nel Mezzogiorno, 2 in più rispetto al 2022 – la distribuzione dell’acqua è stata razionata, disponendo la riduzione o la sospensione dell’erogazione; nel 2021 il 9,5% delle famiglie italiane lamentava forti irregolarità nell’erogazione del servizio.