“Sono d’accordo con Giorgia Meloni sul tema dei migranti: è una priorità e ora è fondamentale attuare il Patto sull’Asilo e la migrazione siglato mercoledì a Bruxelles”. Sono le prime parole del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel dopo l’incontro avvenuto ieri a Palazzo Chigi con il Premier. Un’ora di faccia a faccia tra i due, sul tavolo i temi al centro della nuova Agenda strategica Ue 2024-2029 e quelli del prossimo Consiglio europeo del 17 e 18 aprile. Priorità, per Michel, rafforzare la competitività (“L’unione del mercato dei capitali ha bisogno di più investimenti per affrontare il cambiamento climatico”), la sicurezza e la difesa per “proteggere i nostri valori e la nostra libertà”.
Non sono mancati gli argomenti più attuali, come appunto la firma del Patto sull’Asilo in tema di immigrazione: “Insieme all’Italia”, ha spiegato Michel, “stiamo lavorando con i Paesi di origine e transito”, aggiungendo che l’obiettivo è dunque coinvolgere nazioni come Tunisia, Libano ed Egitto: “Continuiamo a rafforzare i partenariati con i Paesi terzi, anche attraverso opportunità di migrazione legale. La lotta alla tratta e al traffico di esseri umani è una sfida che stiamo affrontando insieme, attraverso tutti gli strumenti disponibili”.
Meloni: “Stabilità in Libano”
Tra le future priorità d’azione dell’Unione europea, da parte italiana sono stati indicati in particolare il rafforzamento della competitività e della resilienza economica europea, la gestione comune del fenomeno migratorio, la collaborazione in ambito sicurezza e difesa nonché la politica di allargamento. Il Presidente Meloni ha inoltre sottolineato, quale precondizione per raggiungere questi obiettivi, la necessità di assicurare risorse comuni adeguate a sostegno dei relativi investimenti. Tra le risorse competitive dell’Unione su cui investire, il Primo Ministroha indicato “il settore agricolo auspicando allo stesso tempo una rapida attuazione della revisione della politica agricola comune e delle misure volte ad alleviare la pressione finanziaria sugli agricoltori concordate al Consiglio Europeo di marzo”. Sono state inoltre discusse le ulteriori iniziative che l’Unione europea potrà intraprendere a sostegno della stabilità del Libano, tema che il Consiglio europeo della prossima settima affronterà su richiesta italiana.
Diritto internazionale violato
Nel corso dell’incontro con la stampa Michel ha fatto poi il punto sulla posizione dell’Ue in merito ai conflitti attualmente in corso in Medioriente e in Ucraina, partendo da un concetto espresso già in passato: Netanyahu deve rispettare il diritto internazionale, il che significa “che è importante il cessate il fuoco e che è fondamentale permettere l’accesso umanitario”. Chi è in palese violazione del diritto internazionale, ha aggiunto, è anche la Russia “che ha deciso di mettere il mondo a rischio” e per questo motivo tutta l’Unione europea è coesa più che mai per sostenere Kiev quanto più è possibile, essendo questa l’unica opzione possibile: “Abbiamo compiuto grandi progressi in uno spazio di tempo limitato in termini di munizioni ed equipaggiamento militare”.
Possibilità Pnrr
Il Presidente del Consiglio Ue ha anche aperto alla eventualità di spostare i termini del Pnrr oltre il 2026, così come richiesto dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, predicando però cautela: “Credo che tra le possibilità utili per assicurarsi che il denaro del Next Generation Eu venga consegnato e usato in Italia e negli altri Stati membri ci sia anche l’opportunità di chiedere un allungamento dei tempi o altre procedure facilitate. Non voglio anticipare nulla, ma penso che questo sia un dibattito che può avvenire sia nella Commissione Europea che nel Consiglio. Ma preferisco essere cauto, su questo tema bisogna entrare più nei dettagli. C’è necessità di buoni programmi, buoni progetti e dobbiamo assicurarci di sostenere gli sforzi dei nostri Stati membri per garantire che questi soldi vengano iniettati per sostenere gli investimenti necessari”.
Il futuro di Draghi
Rispondendo a chi gli chiedeva di un possibile ruolo in Ue di Mario Draghi dopo le elezioni europee di giugno, Michel ha spiegato che bisogna necessariamente prima aspettare il responso delle urne, elemento imprescindibile “per dare un orientamento politico del progetto futuro e dopo dovremo trovare un accordo sull’Agenda strategica e proporre una squadra a capo dell’Ue”.