Gli Stati Uniti sono attivamente coinvolti in negoziati avanzati con la Cina per facilitare il rientro dei cittadini cinesi nel loro paese. Il Segretario per la Sicurezza Nazionale, Alejandro Mayorkas, ha annunciato che un accordo in questo senso potrebbe rappresentare un momento cruciale per i rapporti sino-americani. Secondo funzionari USA, la Cina ha storicamente posto ostacoli al processo di rimpatrio dei propri cittadini, una questione divenuta ancora più pressante negli ultimi due anni a causa dell’aumento esponenziale di migranti cinesi che entrano illegalmente negli USA attraverso il confine messicano, con numeri che si attestano sulle decine di migliaia. Mayorkas ha rivelato che la Cina potrebbe rivedere la propria politica sulle deportazioni e ha dichiarato: “Stiamo lavorando con la Repubblica Popolare Cinese per assicurare il rimpatrio di coloro che non possono legalmente rimanere negli Stati Uniti”. Il Segretario ha inoltre fatto sapere di aver trattato la questione a febbraio, in occasione di un incontro a Vienna con il Ministro della Pubblica Sicurezza cinese, Wang Xiaohong, esprimendosi positivamente sugli esiti delle trattative. “Ci troviamo in una fase di attesa, ma il nostro impegno è costante e proattivo”, ha aggiunto. “Il processo è tuttora in atto”.
La riunione
La riunione tra Mayorkas e Wang si è svolta il 18 febbraio a Vienna. Questi dialoghi si svolgono in un periodo di distensione delle tensioni tra USA e Cina, due delle maggiori potenze economiche mondiali, che hanno recentemente affrontato una crisi diplomatica a causa del passaggio di un pallone spia cinese sopra il territorio statunitense. Liu Pengyu, portavoce dell’ambasciata cinese a Washington, D.C., ha confermato l’impegno della Cina nel facilitare il rimpatrio di immigrati irregolari. Secondo Liu, la Cina segue il principio di ‘verifica prima, rimpatrio dopo’ per gli immigrati irregolari e si impegna a rimpatriare i propri cittadini una volta accertata l’effettiva provenienza dalla Cina continentale. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno da tempo inserito la Cina nella lista di paesi “recalcitranti” o “non cooperativi” in materia di deportazioni, elenco che comprende anche altri paesi come Russia, Venezuela e Cuba.