Per la strage dei sette cooperanti uccisi da un drone di Israele che ha colpito l’auto su cui viaggiavano a Gaza, Londra e Varsavia convocano il rappresentante diplomatico israeliano. Il Presidente Biden sostiene che “Israele non fa abbastanza per proteggere cooperanti e civili” e chiede un’indagine, mentre il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani ha espresso il cordoglio del governo, ma ha chiesto che “Israele chiarisca.” Sull’attacco a Damasco l’Iran minaccia una forte ritorsione entro due giorni, invece, gli Stati Uniti hanno affermato di esserne completamente all’oscuro dell’attacco mentre continua a chiedere al governo israeliano di valutare alternative all’offensiva di Rafah anche se l’Amministrazione Usa sollecita il Congresso ad approvare la vendita di aerei da combattimento F-15 a Israele per un valore totale di 18 miliardi di dollari.
WCK: israeliani migliori del loro governo
Per l’assassinio dei cooperanti il capo di Stato maggiore della Difesa israeliana Herzi Halevi ha dichiarato ufficialmente che l’uccisione di sette operatori umanitari della World Central Kitchen a Gaza è stata dovuta a una “errata identificazione” degli obiettivi da colpire. “Voglio essere molto chiaro: il raid non è stato effettuato con l’intenzione di danneggiare gli operatori umanitari della WCKitchen. Si è trattato di un errore conseguente a un’errata identificazione – di notte, durante una guerra, in condizioni molto complesse. Non sarebbe dovuto succedere.” In Gran Bretagna, invece, il Governo parla di atto “deliberato” e si alzano i toni di disapprovazione verso le giustificazioni di Netanyahu che aveva parlato di “tragico caso”. Jose Andres, fondatore di World Central Kitchen, dal canto suo, ha detto: “conosciamo gli israeliani. Gli israeliani, nel profondo del loro cuore, sanno che il cibo non è un’arma di guerra. Israele è migliore del modo in cui viene condotta questa guerra.” Riguardo l’incidente ha dichiarato: “accogliamo con favore la promessa del governo di avviare un’indagine su come e perché i membri della nostra famiglia World Central Kitchen sono stati uccisi. Tale indagine deve iniziare dall’alto, non solo dal basso.”
Contro l’offensiva a Rafah
La Casa Bianca sta cercando di tenere un incontro di persona con alti funzionari israeliani la prossima settimana su potenziali operazioni militari nella città di Rafah, nel sud di Gaza, dopo aver tenuto un incontro in videoconferenza all’inizio di questa settimana. “Speriamo di mettere l’incontro di persona in agenda la prossima settimana”, ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale americano John Kirby durante un briefing. Dopo l’incontro di lunedì, un funzionario statunitense ha detto alla Cnn che le due delegazioni hanno discusso la situazione a Rafah e che i funzionari statunitensi hanno presentato alle loro controparti israeliane alternative a un’importante operazione di terra nel Sud di Gaza.
Spagna riconosce lo stato di Palestina
Intanto la Spagna corre avanti è il ministro degli Esteri, José Manuel Albares, ha dichiarato che il suo Paesesosterrà l’adesione della Palestina alle Nazioni Unite dopo averla riconosciuta come stato indipendente. Il 22 marzo i primi ministri di Spagna, Irlanda, Slovenia e Malta si sono dichiarati pronti a riconoscere l’esistenza di uno Stato palestinese indipendente quando “le circostanze saranno appropriate”. Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha dichiarato che Madrid lo farà entro luglio. “Riconosceremo la Palestina come stato sovrano, quindi uno stato sovrano ha il suo posto tra tutte le nazioni e tutti gli stati sovrani del pianeta nelle Nazioni Unite.”
Iran minaccia ritorsioni
Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica dell’Iran ha avvertito Israele, affermando che attacchi mortali contro il paese saranno ”effettuati presto. Il fronte della resistenza farà il suo dovere”. La minaccia di Teheran arriva dopo l’attacco a Damasco dove sono rimasti uccisi alti ufficiali e un comandante pasdaran. In Libano, si alza la voce dei palestinesi anche contro Teheran. Fatah, il partito del presidente Abu Mazen, ha di nuovo rigettato il coinvolgimento dell’Iran negli affari interni palestinesi. Il leader palestinese ha detto:”queste interferenze esterne, in particolare dell’Iran, non hanno altro obiettivo che seminare il caos nel campo interno palestinese a beneficio unico dell’occupazione israeliana e dei nemici del nostro popolo”. “Non permetteremo – ha aggiunto – che la nostra sacra causa e il sangue del nostro popolo sia sfruttato per trame sospette che non hanno nulla a che fare con noi”.
Shin Bet: troppe tensioni
Tensioni interne anche tra gli israeliani. Il capo dell’agenzia per la sicurezza dello Shin Bet, Ronen Bar, ha lanciato un monito a seguito delle dure proteste di piazza contro il governo che stanno interessando lo Stato ebraico e nelle quali non sono mancati episodi di violenza. “I discorsi violenti online e alcune delle scene che abbiamo visto a Gerusalemme, vanno oltre la protesta accettabile, danneggiano la capacità di mantenere l’ordine pubblico, potrebbero portare a scontri violenti con le forze dell’ordine, ostacolare la loro capacità di svolgere il proprio lavoro e persino causare danni, alle persone sotto protezione”, afferma Bar, citato dal Times of Israel. “Esiste una linea netta tra protesta legittima e protesta violenta e illegale. Si tratta di una tendenza preoccupante che potrebbe portare a luoghi pericolosi in cui non dobbiamo recarci.” In piazza a Tel Aviv e Gerusalemme, nei giorni scorsi sono scese centinaia di migliaia di persone contro il Governo Netanyahu sia per chiedere la soluzione per gli ostaggi e anche per protestare contro la coscrizione degli ortodossi.