venerdì, 18 Ottobre, 2024
Economia

A Malta il potere d’acquisto assorbito dall’inflazione

Secondo un nuovo rapporto redatto dalla società di consulenza e revisione KPMG, gli aumenti salariali annunciati dal Governo maltese negli ultimi due anni sono stati assorbiti dall’aumento dell’inflazione, lasciando i lavoratori e le loro famiglie in condizioni peggiori in termini di potere d’acquisto e rendendo i salari reali medi stagnanti dal 2018. Lo scorso anno i salari a Malta sono aumentati dell’1,5%, l’aumento più basso nell’UE. Nel frattempo, l’inflazione è aumentata del 5,7%. “Si prevede che l’effetto reale sul potere d’acquisto delle persone per il 2023 sarà negativo, poiché l’aumento dei prezzi ha superato la crescita del reddito nominale”, aggiungendo che i salari reali sono rimasti sostanzialmente gli stessi dal 2018.

Salari e disoccupazione

I salari sono aumentati nominalmente da una media di 18.967 euro nel 2018 a 22.032 euro nel 2023, ma a causa del fatto che i prezzi hanno superato il reddito, il salario medio reale di un dipendente era essenzialmente di 18.254 euro nel 2018 e di appena 18.359 euro nel 2023. Tuttavia, nel rapporto sulle prospettive economiche di marzo per Malta, si afferma che l’inflazione dovrebbe scendere dal 5,6% dello scorso anno al 2,9% di quest’anno, mentre la disoccupazione aumenterà leggermente nei prossimi due anni, in parte a causa della carenza di competenze. La società di consulenza e revisione KPMG ha affermato che i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche sono aumentati più rapidamente del 9,5%. Il rapporto elogia i sussidi alimentari ed energetici del governo, ma solleva dubbi sulla loro sostenibilità. Il tasso di inflazione diminuirà drasticamente quest’anno e si prevede che ritornerà al tasso obiettivo dell’UE, vicino al 2% entro il 2026.

Revoca dell’incentivo sugli alimenti

Ma un altro fattore che potrebbe potenzialmente avere un impatto sull’inflazione è la revoca dell’incentivo del Governo a ridurre i prezzi di 400 prodotti alimentari essenziali di almeno il 15%, che dovrebbe durare fino a ottobre. Nonostante si registri un ulteriore calo di un tasso di disoccupazione già basso, il mercato del lavoro “è alle prese con sfide persistenti di scarsità di manodopera e deficit di competenze, che pongono ostacoli alle imprese nel trattenere il personale e nel coprire le posizioni aperte”. Lo scorso settembre, secondo il rapporto, le persone licenziate dal lavoro sono state più numerose di quelle assunte, invertendo la tendenza positiva dei due mesi precedenti. Si prevede che la disoccupazione rimanga stabile al 2,6% quest’anno e relativamente bassa nel prossimo futuro, ma “è previsto un leggero aumento” nei prossimi due anni, raggiungendo forse il 2,9% nel 2026. “Questo aumento può essere in parte attribuito alla continua carenza di competenze e al disallineamento nel mercato del lavoro”, ha affermato KPMG.

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